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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2014 alle ore 06:36.

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ROMA
Il caos dentro Fi, il rischio adombrato da diversi esponenti azzurri di una possibile débâcle alle europee e ovviamente l'incombere della scadenza del 10 aprile che sancirà la fine della sua libertà personale e soprattutto politica, spingono Silvio Berlusconi a lanciare l'ennesimo aut aut al suo stesso partito: basta con le ambizioni personali e la difesa di rendite di posizioni. È una nota dura quella dettata da Arcore, dove l'ex Cavaliere ha riunito prima i figli e poi i principali esponenti del partito ovvero, oltre all'immancabile Giovanni Toti, i capigruppo, Brunetta e Romani, e Denis Verdini mentre a Roma, nel frattempo, Fi dava battaglia per rallentare il via libera al ddl contro il cosiddetto voto di scambio.
«Mi auguro che tutti all'interno del nostro movimento politico ben comprendano la gravità del momento» sentenzia Berlusconi che attacca direttamente anche quanti tra gli azzurri «alimentano» con le loro dichiarazioni la ricostruzione di scenari che l'ex premier definisce «lunari». È il tentativo di riportare ordine in un partito dove ormai ciascuno va per conto proprio. E paradossalmente la conferma arriva anche dall'elenco dei nomi che «compongono» il Comitato di presidenza nominato ieri dallo stesso Berlusconi dove sono rappresentate le tante anime del movimento: dalle new entry Toti e Fiori, alla vecchia guardia dei vari Fitto, Scajola o Gasparri oltre naturalmente ai capigruppo e i loro vice e ai coordinatori regionali. Una trentina in tutto a cui se ne sommano altrettanti nel ruolo di «partecipanti» tra cui spicca il nome di Daniela Santanché e Renata Polverini.
La risposta vera arriverà però con l'indicazione di coloro chiamati a guidare le liste di Fi il 25 maggio. Figlie a parte (delle quali nonostante le smentite dell'ex premier si continua a parlare), sembra tornare in forse la candidatura dei parlamentari. E tra questi è noto che l'unico pronto a farsi avanti è Raffaele Fitto che può contare su centinaia di migliaia di preferenze. Forse troppe, perché potrebbe così oscurare altri candidati, a partire da Giovanni Toti, protetto dal "cerchio magico" del Cavaliere guidato dalla fidanzata Francesca Pascale, che dovrebbe guidare la circoscrizione del Nord Ovest. Uno scontro che al momento non dovrebbe provocare strappi nell'immediato. Anche perché le elezioni politiche non sono alle porte. L'unico appuntamento certo è invece quello con il tribunale di Milano del 10 aprile. È quella l'ora x. Berlusconi con il duro richiamo di ieri ha inviato un assaggio neppure troppo latente: «Comando ancora io».
In Parlamento intanto Fi è stata protagonista dell'altolà al ddl sul voto di scambio, all'esame della Camera, presentando oltre mille emendamenti. Per il capogruppo Renato Brunetta si tratta infatti di un testo «eversivo» che deve essere modificato perché così è «anticostituzionale». Pd e e M5s però puntano all'approvazione del provvedimento difeso a spada tratta anche dalla presidente della commissione Antimafia, la democratica Rosy Bindi.
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LE SCELTE DELL'EX PREMIER
Il nuovo comitato
Silvio Berlusconi ha nominato il nuovo Ufficio di presidenza di Fi: i trenta membri effettivi sono un mix tra la vecchia classe dirigente e la nuova guardia, dove però la prima è in minoranza rispetto alla seconda. Ci sono Denis Verdini, Raffaele Fitto e Niccolò Ghedini; Giovanni Toti, Marcello Fiori, Maria Rosaria Rossi. Fuori Daniela Santanchè
La strigliata al partito
L'ex premier ha lanciato un duro affondo ai dirigenti chiedendo di mettere da parte «interessi personali, ambizioni individuali e la difesa di rendite di posizione»

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