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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2014 alle ore 06:36.

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NAPOLI
Tangenti per quattro milioni di euro spartite tra i vertici di Finmeccanica in carica all'epoca dei fatti, gli imprenditori titolari delle società cartiere e presunti "sponsor politici". L'inchiesta sugli appalti Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, segna una nuova tappa: dopo i 22 arresti dell'anno scorso, il gip De Falco firma altre quattro misure cautelari ai domiciliari per Lorenzo Borgogni, ex direttore delle Relazioni esterne di Finmeccanica; Stefano Carlini, ex direttore operativo della Selex service management; Vincenzo Angeloni, medico ed ex parlamentare di Forza Italia, e l'imprenditore Luigi Malavisi. Nove in tutto gli indagati, tra cui l'ex presidente della holding Pierfrancesco Guarguaglini, per il quale il giudice ha respinto la richiesta di detenzione casalinga. Le accuse sono associazione per delinquere e corruzione. I militari della guardia di finanza hanno scoperto un raffinato sistema di sovrafatturazioni e false fatturazioni tra la Selex Service Management e diverse società affidatarie «compiacenti», che avrebbe permesso la costituzione di cospicui fondi neri all'estero.
Fondamentale è stata la collaborazione degli imprenditori coinvolti nella prima tranche dell'inchiesta, i fratelli Sabatino e Maurizio Stornelli e Francesco Paolo Di Martino. Hanno raccontato che il denaro, ospitato presso una banca svizzera, sarebbe rientrato in Italia attraverso alcuni "spalloni" e, dopo essere stato custodito in un doppio fondo della libreria di Maurizio Stornelli, portato al «settimo piano» di Finmeccanica all'interno di borsoni sportivi. «Angeloni mi chiese di consegnare due borse della squadra di calcio della Valle del Giovenco a Guarguaglini e Borgogni - ha raccontato a verbale Di Martino -. Io andai in Finmeccanica e lasciai le borse una nella segreteria di Guarguaglini e una nella segreteria di Borgogni. La stessa sera Angeloni venne al bar sotto casa mia di via Liberiana e mi disse testualmente: "Hai capito a che sono servite quelle borse?" intendendo così dire che erano state usate per portare via i soldi che lui stesso aveva consegnato la mattina in Finmeccanica».
Nella società Pescina Valle del Giovenco, si legge nell'ordinanza cautelare, «Sabatino Stornelli era stato costretto ad entrare» da Angeloni e «da quando ne era uscito erano iniziati i suoi guai in Finmeccanica». Nell'estate del 2009, ricostruiscono ancora i giudici, tra Sabatino Stornelli e Angeloni «vi fu una furibonda litigata» a causa della campagna acquisti per la squadra: il dentista dei coniugi Guarguaglini, infatti, «voleva acquistare Birindelli e soprattutto Choutos, voleva ingaggiare il vice allenatore del Siena e comprare Cesar, all'epoca giocatore della Lazio, tutte spese fuori budget. Nonostante l'opposizione di Stornelli, l'interlocutore, forte della sua posizione all'interno di Finmeccanica, l'aveva avuta vinta».
I pm sono ora alla ricerca dei riscontri all'ipotesi che mazzette possano essere finite anche a uomini di partito. Maurizio Stornelli ha riferito di notizie a suo dire apprese da Nicola Lobriglio, titolare della società Sedin, che avrebbe ottenuto subappalti dal gruppo industriale e che tramite Borgogni «aveva provveduto a finanziare con i soldi delle commesse ricevute da Finmeccanica i suoi sponsor politici, e segnatamente l'on. Lorenzo Cesa». Il quale, però, ha seccamente smentito. Nell'ordinanza spunta anche il nome dell'allora sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, che avrebbe sollecitato i manager di Finmeccanica per affidare la «realizzazione delle black-box alla società Viasat». Crosetto non è comunque coinvolto nell'inchiesta né i pm gli contestano alcunché.
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LE NUOVE INDAGINI
Gli arresti
Ai domiciliari sono finiti ieri Lorenzo Borgogni, ex direttore delle Relazioni esterne di Finmeccanica, Stefano Carlini, ex direttore operativo della Selex service management, Vincenzo Angeloni, medico ed ex parlamentare di Forza Italia, e l'imprenditore Luigi Malavisi.
I reati contestati
Associazione per delinquere e corruzione le accuse contestate nel provvedimento del Gip del Tribunale di Napoli Francesco De Falco Giannone. Una analoga misura era stata richiesta per l'ex presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, indicato come destinatario di parte delle mazzette, ma il gip non ha accolto l'istanza.

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