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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2014 alle ore 08:10.

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La villa, confiscata nel 2000, apparteneva ad un narcotrafficante vicino alla famiglia Guzzardi-Di Marco legata ai CorleonesiLa villa, confiscata nel 2000, apparteneva ad un narcotrafficante vicino alla famiglia Guzzardi-Di Marco legata ai Corleonesi

Occupazione, lavoro ed economia sociale dai beni confiscati. Accade in Lombardia dove, per la prima volta Libera (l'associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti) ha analizzato i vantaggi dei 958 beni immobili confiscati, di cui il 68% viene utilizzato.
Libera ha calcolato che in Lombardia ogni struttura affidata in gestione (il 58% dai Comuni) può creare in media lavoro per 5 persone, il 40% dei quali a tempo indeterminato. Se questo dato viene parametrato al totale dei beni, la potenziale occupazione interessa circa 4.800 addetti ma intorno ad una struttura ruota un'economia sociale ancor più importante: Libera ha infatti calcolato che in una struttura mediamente collaborano oltre 18 volontari, vengono erogate circa 560 ore di volontariato al mese e 100 strutture in un anno servono oltre 17mila persone.

Queste stime tornano d'attualità nel momento in cui le forze politiche sembrano protese ad una profonda rivisitazione dell'Agenzia nazionale dei beni (Anbsc) e proprio nel giorno in cui, a Trezzano sul Naviglio (Milano) viene consegnato direttamente a Don Ciotti, simbolicamente dal sindaco del consiglio comunale dei ragazzi, un bene confiscato.

Il bene viene ribattezzato "Casa Libera" ed è intitolato alla memoria di Angelo Vassallo, ex sindaco di Pollica (Salerno), ucciso la sera del 5 settembre 2010 intorno alle 22.15 mentre rincasava alla guida della sua automobile, con sette proiettili calibro 9. Vassallo era anche presidente della Comunità del parco, organo consultivo e propositivo del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. «Il presidio sud-ovest di Milano è a lui dedicato – spiega al sole24oreonline Davide Salluzzo, amministratore dell'associazione La Barriera e referente di Libera in Lombardia – e rappresenta per il territorio trezzanese un buon esempio di amministratore comunale per trasparenza, correttezza e attenzione ad uno sviluppo di un'economia sana e sostenibile».

L'immobile, una grande villa con giardino, è stato confiscato nel 2000 e apparteneva ad un narcotrafficante vicino alla famiglia Guzzardi-Di Marco legata ai Corleonesi, che operava sul territorio del sud ovest milanese e nel pavese. Nell'area sud ovest milanese si registra una concentrazione elevata di presenza mafiosa e non va dimenticato che il consiglio comunale di Trezzano sul Naviglio è stato sciolto il 4 luglio 2013, dopo le dimissioni di 12 consiglieri su 20. Dimissioni indotte anche da indagini su corruzione e riciclaggio della Procura di Milano e della Dia che hanno scosso questo comune di 20mila persone alle porte di Milano.

Il bene è stato assegnato al comune di Trezzano nel 2007, assegnato ed inaugurato dal commissario straordinario per la gestione del Comune Giuseppa Scaduto nel 2014 in soli 7 mesi, a dimostrazione che quando si vogliono accelerare i processi è possibile farlo.

La sfida che Libera vuole lanciare a Trezzano, con la gestione del bene è particolarmente importante. Tra i primi servizi che saranno resi c'è infatti "Sos Giustizia", attraverso il quale si dà ascolto e assistenza alle vittime della criminalità organizzata. «Sono convinto che ci saranno persone che hanno cose da raccontare e denunciare» chiosa Salluzzo che, con il commissario Scaduto, è stato l'anima di questo presidio di legalità alle porte di Milano.

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