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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2014 alle ore 14:24.

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Arrivano le linee guida del ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca con i requisiti necessari per l'accreditamento dei corsi di dottorato degli atenei. Compresi i nuovi dottorati industriali, una delle novità del decreto ministeriale 45/2013 che ha ridisegnato la formazione post laurea. Le linee guida, nate sul documento messo a punto nei mesi scorsi dall'Anvur (l'Agenzia per la valutazione della ricerca), sono appena state inviate a tutti gli atenei dal Miur e prevedono alcuni paletti stringenti che rischiano di tenere fuori alcuni corsi: dal numero dei docenti che compongono il collegio (16) al tetto minimo di borse di studio (da 4 a 6) che dovranno coprire «almeno il 75% dei posti disponibili».

I nuovi requisti fissati dal Miur
I dottorati di ricerca dell'anno accademico 2014-2015 potranno essere attivati solo quando il collegio sarà composto da almeno 16 docenti, fra i quali al massimo quattro ricercatori, e quando per ogni corso saranno disponibili un numero minimo di borse di studio: almeno sei oppure 4 nel caso di corsi attivati in collaborazione con università estere e imprese. Mentre in caso di dottorati in collaborazione (consorzio o convenzione) tra due o più atenei il numero di borse assicurate per ogni ciclo da ogni università dovrà essere non inferiore a tre. In ogni caso – spiegano le linee guida - il numero di borse di studio «deve essere congruo rispetto al numero di posti messi a bando al fine di evitare un elevato e ingiustificato numero di dottorati senza borsa» che costituirebbe un indicatore di «scarsa sostenibilità del corso». da qui l'indicazione di «un numero di borse pari ad almeno il 75 dei posti disponibili». Per i dottorati industriali, in particolare, è previsto poi che l'impresa rispetti almeno un requisito. E cioè dimostri la partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali o dimostri risultati in brevetti e nella presenza di sezioni aziendali dedicate alla ricerca e sviluppo.

Le critiche dell'associazione dottorandi
L'Adi, l'associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, punta però il dito contro le linee guida appena varate dal Miur. Nel mirino dell'Adi in particolare c'è l'indicazione relativa alla copertura di almeno il 75% dei posti disponibili con borse di dottorato: «In assenza di una ripresa dei finanziamenti al dottorato - spiega l'Adi - potrebbe tradursi in una drastica riduzione dei posti da bandire, aggravando una situazione che vede già l'Italia agli ultimi posti in Europa per numero di dottorandi». «Molti atenei - continua l'associazione - non potranno che tagliare i posti senza borsa piuttosto cher procedere all'auspicato aumento». L'Adi critica anche il limite posto alla presenza dei ricercatori all'interno del collegio docenti: «Nella vigenza del regime dei blocchi parziali del turn-over e in assenza di un adeguato ricambio di docenti ordinari e associati, può determinare l'impossibilità di formare i collegi docenti e tradursi nella chiusura di corsi di dottorato».

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