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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2014 alle ore 14:23.
L'ultima modifica è del 27 marzo 2014 alle ore 15:20.

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Il presidente Usa Barack Obama (a sinistra) e quello italiano, Giorgio Napolitano, nel corso del loro colloquio al Quirinale (Ansa)Il presidente Usa Barack Obama (a sinistra) e quello italiano, Giorgio Napolitano, nel corso del loro colloquio al Quirinale (Ansa)

Una cordiale stretta di mano ha dato il via all'incontro al Quirinale fra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sorridenti i due capi di Stato si sono salutati brevemente nella sala del Bronzino prima di concedersi alle migliata di click dei fotografi. Dopo tre squilli di tromba degli 'attenti' del picchetto d'onore, è stata issata la bandiera americana accanto a quelle italiana e dell'Unione europea.

Incontro senza interpreti
È durato venti minuti nello studio alla Vetrata al Quirinale il colloquio fra Napolitano e Barack Obama. Un faccia a faccia senza bisogno di interpreti, visto che Napolitano conosce molto bene l'inglese. Subito dopo si sono aggiunti per un colloquio allargato le rispettive delegazioni, guidate dal segretario di Stato John Kerry, per quanto riguarda gli americani, e dal ministro degli Esteri Federica Mogherini, per gli italiani. Poi la colazione al Quirinale.

La visita in una Roma blindatissima
Obama ha fatto il suo ingresso al Colle alle 12,30 per l'incontro con il presidente della Repubblica, subito dopo la blindatissima visita al Papa Francesco in Vaticano. Gli incontri sono svolti in una Roma blindatissima, con imponenti misure di sicurezza messe in campo dalla questura di Roma. Centinaia le forze dell'ordine e i mezzi per strada e spazio aereo chiuso. Strettissima la sorveglianza anche sul corteo presidenziale. Poi Obama è andato a papazzo Madama per l'incontro con il premier Matteo Renzi. Alle 16.30 è prevista la visita al Colosseo.

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