Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2014 alle ore 06:36.

My24


L'annuncio ufficiale e la firma sui documenti è arrivata a 400 giorni esatti dall'apertura dell'Expo 2015: gli Usa ci saranno. Ma l'adesione al grande evento della prima economia al mondo è anche un colpo di acceleratore decisivo per una nuova ondata di investimenti delle aziende americane in Italia, in tutti i settori. Le parole di Villa Madama del presidente Barack Obama («Non vediamo l'ora di tornare in Italia, a Milano, dove potremo mettere in mostra la nostra innovazione») hanno dato il segnale che tutti attendevano, confermato dal Segretario di Stato, John Kerry: «L'Expo sarà una magnifica opportunità per rafforzare i rapporti economici tra Italia e gli Usa. È un messaggio potente, che la nostra partnership è forte e va dall'economia alla sicurezza alimentare, dalla cultura alla Difesa». Parole pronunciate nel pomeriggio a Villa Pinciana, residenza del "deputy" dell'ambasciata Usa a Roma, dove il capo della diplomazia statunitense ha incontrato il commissario unico dell'Expo, Giuseppe Sala, e i vertici di molte multinazionali americane in Italia, alcune delle quali coinvolte direttamente nel padiglione Usa.
Con la firma definitiva da parte degli Stati Uniti per la partecipazione all'Expo di Milano «il 98% del sito è stato allocato» ha commentato Sala, ricordando che restano solo pochi Paesi che devono ancora comunicare la loro decisione, mentre resta l'incertezza sulla permanenza di Turchia e India. Quello americano, alla cui realizzazione ha lavorato la American Chamber of Commerce in Italy, sarà uno dei padiglioni con il maggior investimento programmato, 45-50 milioni, avvicinandosi a quello degli Emirati Arabi, stimato appunto in 50 milioni tondi. Ma non solo i Paesi saranno presenti a Milano: ci saranno una decina di presenze "corporate" senza fini commerciali, tra cui spicca l'italo-americana Cnh (Fiat), forse la Coca-Cola, ma si registrano altre presenze con forme diverse, come l'italiana Ferrero.
Ieri sera a Villa Pinciana erano presenti i ceo di 3M Italia, Towers Watson Italia, Coca-Cola Italia, Verizon, Microsoft GE Italy, CitiGroup, John Deere & Company, Cargill, Titan International, DuPont, Pioneer, Fleishman Hillard Italia, Ibm Italia, American Express, Hewlett-Packard Italiana e Sky Italia. Inoltre era presente anche Giuseppe Recchi, presidente dell'Eni, nella sua veste di presidente del Comitato investitori esteri di Confindustria. E ieri sera la John Deere, colosso mondiale del settore dei trattori, ha manifestato la volontà di aderire all'investimento del padiglione, confermando un crescente interesse per l'Italia, dove sul segmento dell'agroindustria operano già Titan – nel campo dei componenti per i macchinari, con tre siti produttivi in Emilia di cui uno ricostruito dopo il terremoto – e Cargill, gigante dei cereali. I responsabili dell'iniziativa su U.S. Pavillon prevedono un crescente interesse su questo segmento, andando a creare una vera e propria "filiera".
«I 45-50 milioni di investimenti saranno solo il "volano", la leva economico-finanziaria, di un potenziale massiccio flusso di investimenti che ad ora stimiamo potranno arrivare nei prossimi anni», affermano fonti americane che hanno lavorato al dossier fino all'ultimo. Anche se l'investimento statunitense su Expo è privato – delle imprese presenti all'evento hanno già aderito DuPont e 3M, oltre a McKinsey – l'amministrazione di Washington ha assistito da vicino gli organizzatori, come confermato dalla presenza ieri di Davide Lane, ambasciatore presso la Fao e il Wfp, molto vicino a Obama e punto di riferimento dell'amministrazione sui temi della sostenibilità.
L'Expo 2015 rappresenta «un'opportunità unica per il mondo per riflettere e discutere del valore del tema dell'alimentazione», ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, nel corso dell'incontro. «Siamo felici che la firma sia avvenuta oggi», durante la visita del presidente Obama a Roma, «è un messaggio potente, che la nostra partnership è forte e va dall'economia alla sicurezza alimentare, dalla cultura alla Difesa», ha spiegato il ministro. «Sono orgoglioso del risultato raggiunto oggi per Expo con l'ufficializzazione della partecipazione Usa, perché si tratta di un riconoscimento importante per la manifestazione e per l'Italia» ha aggiunto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
Il padiglione americano, il cui concept architettonico "American Food 2.0" richiama la struttura di un granaio, svilupperà il tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita" puntando sui temi della sicurezza alimentare e della promozione di stili di vita salutari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel 2013 la dinamica di scambi commerciali tra Italia e Stati Uniti si conferma in salute con un valore dell'interscambio pari a 38,5 miliardi. Le esportazioni italiane hanno raggiunto 27 miliardi di euro (+1,4%) e le importazioni 11,5 miliardi (-8,8%): il saldo è quindi attivo per il nostro Paese (15,5 miliardi)
38,5 miliardi €
Interscambio bilaterale
Gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale di riferimento per l'Italia per dimensione assoluta del saldo attivo: 15,5 miliardi di euro nel 2013
5,5 miliardi $
Investimenti Usa in Italia
Nel 2013 il flusso di investimenti è quintuplicato rispetto al 2012 (ma due grandi acquisizioni assorbono oltre 4 miliardi $)

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi