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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2014 alle ore 15:32.

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Scendono inaspettatamente i prezzi al consumo in Spagna e si rafforzano in tutta l'Eurozona i timori di deflazione. A marzo l'economia spagnola è tornata in deflazione: i prezzi al consumo sono infatti scesi dello 0,2% su base annua, con un calo che non si verificava dall'ottobre del 2009. Il primo segnale di deflazione degli ultimi cinque anni si era avuto invece lo scorso ottobre con un indice dei prezzi attestatosi al -0,1% ma poi la situazione si era stabilizzata arrivando all'aumento dello 0,1% di febbraio.

Le aspettative degli analisti riportate da Reuters e Bloomberg indicavano in modo unanime invece per marzo un leggero aumento dell'indice. Sulla diminuzione dei prezzi spagnoli, secondo l'Istituto di statistica, hanno influito i listini degli alimentari e delle bibite non alcoliche, oltre ai prezzi dei viaggi organizzati, che nel corrispondente mese del 2013 erano aumentati in modo più marcato per una la coincidenza della settimana di Pasqua.

Due giorni fa Luis Linde, governatore della Banca di Spagna e consigliere della Bce aveva spiegato che la Banca centrale europea sta monitorando i rischi di deflazione nell'Eurozona, ma aveva chiarito che per l'Eurotower al momento tali rischi restano alquanto bassi. Linde analizzando più nel dettaglio la situazione del suo Paese aveva tuttavia detto che «il rischio di deflazione per la Spagna non è nullo». «Se mi chiedete se c'è un'alta probabilità di deflazione, io vi dico di no. Ma anche se la probabilità resta bassa - aveva ricordato Linde - la Bce dovrà prendere le misure adeguate per anticipare situazioni più difficili con un più deciso allentamento monetario. I tassi di interesse sono ora bassi, ma potrebbero anche essere più bassi».

Con i rinnovati timori di deflazione, a meno di una settimana dal direttorio Bce di inizio mese sui tassi di interesse, l'euro alle notizie in arrivo dalla Spagna è sceso fino a 1,3705 sul dollaro. la moneta unica è tornata ai valori che si registravano prima del Consiglio direttivo Bce di inizio marzo, quello che invece sembrava aver deluso i mercati e innescato netti rafforzamenti dell'euro, che nelle scorse settimane è arrivato a superare quota 1,39 sul dollaro, sui massimi da fine 2011. Anche in Germania l'inflazione ha rallentato a marzo fermandosi all'1%, il minimo da tre anni, dall'1,2% di febbraio come rivelano i dati preliminari delle sei regioni campione.

La Spagna rischia più di altre economie di dover affrontare fasi di deflazione: il Paese sta cercando di riguadagnare competitività nelle esportazioni mantenendo basso il costo del lavoro ma indebolendo allo stesso tempo la domanda interna per beni e servizi. Per la Spagna una deriva deflazionistica sarebbe molto grave perché le famiglie, le imprese e lo stesso Stato sono fortemente indebitate. Il settore privato ha raggiunto il 200% del Pil, mentre il debito pubblico complessivo potrebbe superare la soglia del 100% del Pil nei prossimi due anni.

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