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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2014 alle ore 19:31.
L'ultima modifica è del 28 marzo 2014 alle ore 19:41.

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Il ministro russo della Difesa Sergei Shoigu (Ap)Il ministro russo della Difesa Sergei Shoigu (Ap)

La bandiera russa, ha annunciato il ministro russo della Difesa Serghej Shoigu, sventola ormai su tutti i siti militari di Crimea, e gli ultimi soldati ucraini rimasti fedeli a Kiev hanno lasciato la penisola. «Gli ultimi avvenimenti - ha detto Vladimir Putin durante una solenne cerimonia al Cremlino - sono stati un test serio. Hanno dimostrato le nuove capacità delle nostre forze armate e l'alto morale delle truppe». Un'esercitazione che non si fermerà alla Crimea? Quasi a voler confermare le preoccupazioni degli Stati Uniti sullo schieramento di forze russe ai confini con l'Ucraina, il viceresponsabile dei servizi di sicurezza Fsb, Aleksandr Malevanij, ha riferito al presidente russo che si stanno adottando misure in grado di far fronte ai crescenti sforzi occidentali di indebolire lo Stato russo e limitare l'influenza di Mosca nel proprio cortile post-sovietico.

«C'è stato un brusco aumento delle minacce esterne allo Stato - ha detto Malevanij -. Le legittime aspirazioni delle popolazioni della Crimea e delle regioni orientali dell'Ucraina stanno causando isterismi negli Stati Uniti e i loro alleati». Proprio venerdì, in un'intervista alla Cbs news, Barack Obama era tornato a invitare Mosca ad allontanare le truppe dai confini con l'Ucraina, e ad avviare negoziati con il governo di Kiev e con la comunità internazionale per allentare la tensione.

La mobilitazione. ha detto Obama, «potrebbe essere semplicemente un modo per intimidire l'Ucraina, oppure potrebbe significare che hanno nuovi piani». Putin, ha aggiunto Obama, «non dovrebbe tornare al tipo di azioni comuni durante la guerra fredda». L'analisi del presidente americano è che Putin sta interpretando male l'Occidente e la politica estera degli Stati Uniti, dando voce al nazionalismo russo e cercando di compensare i vantaggi che in questi anni l'Occidente avrebbe guadagnato rispetto alla Russia. «Non abbiamo alcun interesse ad accerchiare la Russia - ha detto Obama - e non abbiamo alcun interesse in Ucraina al di là del permettere agli ucraini di prendere le proprie decisioni sulla propria vita»

Ma ormai Mosca e Washington sono di nuovo lontane e la Russia - ha detto ieri il portavoce del ministero degli Esteri Aleksandr Lukashevich - ha adottato misure che «riflettono a specchio» le sanzioni imposte dagli americani seguiti dall'Unione Europea, bandi e asset congelati a membri della cerchia ristretta di Putin. «Azioni - ha detto Lukashevich senza fornire dettagli - che naturalmente non possono restare senza risposta».

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