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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2014 alle ore 10:44.
L'ultima modifica è del 29 marzo 2014 alle ore 14:50.

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Mai un momento di tranquillità nel sistema solare, le scoperte si susseguono continuamente. Di questa settimana infatti l'annuncio del primo asteroide con un sistema di anelli attorno, una specie di micro Saturno, e di un nuovo piccolo pianeta, che proviene da molto lontano e attualmente è a 80 volte la distanza della Terra dal Sole. Questa seconda scoperta, oltretutto, riporterebbe in primo piano l'ipotesi, mai del tutto scartata, della presenza di un pianeta molto massiccio, anche 10 volte la Terra, molto, molto distante dal Sole.

Andando con ordine, la scoperta del grande asteroide con gli anelli è quasi una collettiva, è stato infatti osservato direttamente da molti astronomi in America del Sud, compreso un gruppo numeroso ai telescopi europei in Cile. Non si è visto direttamente, sia ben inteso, ma si è studiato il suo passaggio davanti ad una stella, una specie di eclisse che viene chiamata occultazione. E' una tecnica molto usata perché permette di stabilire con precisione posizione e dimensioni degli asteroidi. Chariklo, questo il nome, è poi un po' particolare, infatti è un Centauro, una categoria un po' strana di corpi celesti che sta a mezzo fra gli asteroidi, quindi belli rocciosi e solidi, e le comete, quindi palle di materiale polveroso tenuto assieme da vari ghiacci. Le dimensioni poi non sono da poco, va sui 250 chilometri, da Firenze a Roma grosso modo. Bene, tutto normale, si studia il suo passaggio davanti alla stella tale e, meraviglia, si nota che prima e dopo dell'eclissi vera e propria, c'è un affievolirsi della luce della stella stessa come passasse davanti, fra noi e lei, un qualcosa di ben più sottile dell'asteroide stesso, sono i due lati dell'anello che circonda l'asteroide.

Intendiamoci, Chariklo è fra Saturno e Urano, quindi vicinissimo centinaia di migliaia di volte più vicino della stella, per questo un piccolo corpo riesce a occultare una stella che, di per sé, ha un diametro di milioni di chilometri, anche se a noi appare come un puntino o poco più. Gli anelli se li è procurati probabilmente, dicono gli astronomi, raccogliendo attorno a sé per attrazione gravitazionale, quella che lega la Luna a noi, i frammenti di un urto con un altro più piccolo, e sfortunato, corpo. La presenza di anelli, una volta prerogativa di Saturno che comunque continua ad avere i più belli e corposi, è quindi un fenomeno relativamente frequente oltre Saturno, dove le temperature vanno sui 200 gradi sotto lo zero.

E da zone anche più fredde, parliamo di 260 gradi sotto e oltre, arriva 2012 VP113, il nuovo piccolo pianeta scoperto nei giorni scorsi. Proviene proprio dalle profondità del sistema solare, da quella nube di Oort, dal nome de grande astronomo olandese che nel secolo scorso ne teorizzò l'esistenza, dove miliardi di piccoli corpi come nuclei di comete e asteroidi ghiacciati, stanno in uno stato di animazione sospesa dato che lì l'attrazione del sole, a migliaia e migliaia di volte la distanza Terra Sole, arriva debolissima, incapace di farli muovere. Grande circa 500 chilometri di diametro il nuovo piccolo pianeta ha un'orbita fortemente ellittica e quindi la maggior parte del tempo se ne sta tanto distante, probabilmente invisibile con gli strumenti che abbiamo, ma ora sta a "soli" 15 miliardi di chilometri da noi e quindi lo si vede, un puntolino in cielo, muoversi di notte in notte.

Insomma i bei tempi della scuola di una trentina di anni fa in cui si studiava che c'era nel sistema solare il Sole e i suoi 9 pianeti e basta sono proprio finiti. Oltre Plutone, declassato anche lui a piccolo pianeta, si trova oramai di tutto, a iniziare dal suo compagno pianeta piccolo Sedna, il primo di una piccola schiera che ora si arricchisce di 2012 VP113, che non ha ancora un nome definitivo. Il punto è: chi li spinge a muoversi dalle più lontane regioni del sistema solare? Potrebbe essere il famoso X pianeta, molto massiccio, almeno dieci volte la Terra a dargli uno spintone, diciamo così. Di sicuro questa semplice eventualità, ventilata dagli astrofisici in questi giorni, farà tornare in voga i soliti complotti planetari di pianeti assassini come negli anni scorsi con il famigerato Nibiru, che doveva farci fuori nel 2010 e poi nel 2012 e invece neppure si è visto. Quel che è certo è che la realtà è sempre più complessa di quella che sembra in un primo tempo e dobbiamo aspettarci che entro una decina di anni, si potranno scoprire, si stima, circa 900 pianeti piccoli come questo con i telescopi di nuova generazione. Nessun problema per gli scolari, non verranno richiesti i nomi di tutti, ma solo dei principali.

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