In Borsa piccolo è bello: alcuni titoli (anche italiani) hanno fatto +800% in 5 anni. Il rally continuerà?
Nel nostro Paese come nel resto del mondo, i titoli a ridotta capitalizzazione hanno fatto scintille durante l'ultimo grande ciclo rialzista dei listini. Non è una sorpresa: dal 1926 al 2012 i guadagni medi annualizzati dei "piccoli" hanno battuto quelli dei "grandi". Ma dietro a queste performance ci sono anche rischi da non sottovalutare. Vediamo quali.
di Enrico Marro
2. Borsa small cap /Perché le «piccole» nel lungo periodo battono le «grandi»?

(Corbis)
Il fatto che le small cap facciano meglio delle large cap (quelle ad alta capitalizzazione) non è una novità. Dal 1926 al 2012, calcola Morningstar, a livello globale le "piccole" hanno avuto un guadagno medio annuo del 12,28%, contro il 10,08% delle "grandi". Solo in tre Paesi al mondo il fenomeno delle "small" che superano le "large" non si è verificato: Messico, Norvegia e Malesia. Eugene Fama, Nobel 2013 per l'Economia, ha studiato a lungo le small cap spiegando come le ottime performance siano in realtà legate al rischio. Le piccole aziende sono più pericolose delle grandi, e i loro prezzi molto più volatili. Per questo in alcuni periodi sono decisamente a sconto rispetto alle large cap, il che permette alle piccole di sovraperformare le grandi quando le cose vanno bene. Ma attenzione: anche di crollare più in fretta quando le cose vanno male. Come nota John Authers del Financial Times, negli anni del crollo post Lehman (il 2008 e il 2009) le "piccole" hanno fatto decisamente peggio delle "grandi".
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