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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 07:42.
L'ultima modifica è del 31 marzo 2014 alle ore 10:09.

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Dries Mertens esulta dopo aver messo a segno la seconda rete del Napoli (LaPresse)Dries Mertens esulta dopo aver messo a segno la seconda rete del Napoli (LaPresse)

Prima o poi doveva capitare, o meglio ‘ricapitare'. La seconda sconfitta stagionale della Juventus, netta e decisa, arriva per mano di un determinatissimo Napoli dopo una serie di gare vinte ma disputate in visibile calo e una legittima stanchezza accumulata macinando record.

Sconfitta che arriva dopo la quarta vittoria consecutiva della Roma - che si impone per 2-0 sul Sassuolo - ma soprattutto a tre giorni dal recuperò di mercoledì prossimo 2 aprile, con i giallorossi che, in caso di vittoria sul Parma, accorcerebbero di altri tre punti portandosi a meno 8 dalla capolista. Inutile cullarsi troppo nell'illusione di riaprire il campionato ma certamente un ulteriore salto significherebbe un po' di pepe in più per un finale di stagione che prevede tra l'altro lo scontro diretto alla penultima giornata.

L'affermazione del Napoli è netta e ineccepibile. E se Buffon non avesse vestito i panni del supereroe la batosta sarebbe stata ancora più pesante. Dimenticate il solito atteggiamento tattico della Juventus che questa volta, al San Paolo, sembra quasi impaurita, sorpresa dall'attacco avvolgente della squadra di Benitez. Tatticamente ben sistemato in campo, il Napoli riesce a imbrigliare subito con un pressing sistematico qualsiasi iniziativa bianconera e ad imporre il proprio gioco. Ci vuole un po' per bucare definitivamente il fortino preso d'assalto per buona parte del primo tempo. Ci riesce una prima volta Hamsik ma l'arbitro giustamente annulla per fuorigioco. I più scatenati del Napoli sono Insigne e Callejon ed è proprio quest'ultimo a chiamare in causa super Buffon in almeno due occasioni.

Il portierone azzurro salva la baracca finchè può, poi è costretto a capitolare, al 37', proprio sull'ennesima conclusione dello spagnolo che gli sbuca davanti battendo sul tempo Asamoha. Nulla da eccepire, se non una questione di centimetri che potrebbero invalidare anche questa conclusione ma stavolta per l'arbitro è tutto regolare. La Juve non reagisce. La vera notizia è questa. O meglio, ci prova ma non ha la forza per ribaltare gli equilibri. Si sente terribilmente l'assenza di Tevez davanti, dove Llorente e Osvaldo prima, e Vucinic in seconda battuta, non riescono a graffiare. Il Napoli infatti ribatte colpo su colpo qualsiasi tentativo di controffensiva senza dimenticarsi la cosa più importante: chiudere la partita, che con la Juve non si sa mai. Il varco giusto lo trova Pandev che serve il pallone al neo entrato Mertens per il colpo del ko. Uno scossone per il risveglio primaverile del campionato.

Sugli altri campi la Fiorentina perde un'altra occasione, fermata sullo 0-0 dalla Sampdoria a Marassi. Punto che invece fa molto comodo ai blucerchiati per avvicinarsi alla salvezza aritmetica. Risorge la Lazio dopo una rocambolesca partita terminata 3-2 contro il Parma mentre vincono sia il Verona che il Torino. Per il Verona, caduto un po' in disgrazia nelle ultime settimane, un segnale di ripresa importante con la vittoria per 3-0 contro un bruttissimo Genoa, conquistata con un uomo in meno per tutto il secondo tempo mentre la squadra di Ventura piega il Cagliari per 2-1.
Questa sera tocca ad Udinese e Catania, alle 19, e a Livorno e Inter alle 21, completare la giornata.

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