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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 17:56.
L'ultima modifica è del 31 marzo 2014 alle ore 20:42.

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(Afp)(Afp)

Il primo a dare la notizia era stato il ministero della Difesa ucraino: poche ore dopo l'incontro tra John Kerry e Serghej Lavrov, domenica sera a Parigi, il numero delle forze russe mobilitate ai confini con l'Ucraina ha iniziato a scendere. Il generale Oleksandr Rozmaznin, parlandone con i giornalisti, non aveva voluto fornire cifre giudicando prematuro parlare di ritiro. E tuttavia aveva riconosciuto che «il numero (di soldati) è sicuramente sceso, e la situazione si è calmata. Ma non faremo salti di gioia gridando "urrà". Non importa quanti ce ne sono, noi dobbiamo solo assicurarci che le nostre difese siano forti». Qualche ora dopo, il ministero della Difesa russo ha confermato il rientro verso Samara, da Rostov-sul-Don, di un battaglione della 15esima Brigata di artiglieria motorizzata, impegnato finora in quelle che i russi chiamano "esercitazioni". E poco dopo Vladimir Putin ha confermato per telefono il «ritiro parziale" ad Angela Merkel, con cui ha discusso le strade per riportare stabilità in Ucraina.

Se gli americani stimavano in 40mila uomini le forze mobilitate da Mosca, secondo Dmitry Tymchuk, direttore del Centro di ricerca politico-militare di Kiev, ora il loro numero potrebbe essere sceso a 10mila: «Il che non significa - scrive Tymchuk - che possiamo prendere il cappotto e andare a casa. Ma la probabilità di un'invasione si è sensibilmente ridotta».

L'allontanamento dai confini tra Russia e Ucraina è la prima richiesta avanzata dagli Stati Uniti, che dopo la conversazione telefonica tra Vladimir Putin e Barack Obama - venerdì sera - hanno avviato un tentativo comune di soluzione della crisi ucraina, affidando i passi successivi a Kerry e Lavrov. E domenica sera i due ministri degli Esteri si sono incontrati per quattro ore, discutendo un'agenda che appare soprattutto una lista di richieste avanzate da Mosca. Federalismo e non allineamento nel futuro dell'Ucraina: non è affatto scontato che americani ed europei riescano ad avvicinare russi e ucraini su una posizione comune su questi fronti. Ma almeno l'iniziativa ora sembra passata alla diplomazia.

Secondo una fonte del dipartimento di Stato americano, l'amministrazione Obama chiede l'invio di più osservatori internazionali in Ucraina, l'inizio di un dialogo diretto tra Mosca e Kiev, l'avvio di un processo di riforme costituzionali unitamente alle elezioni presidenziali del 25 maggio. Condizioni su cui la Russia non sembra voler creare difficoltà: l'impatto dell'incontro Kerry-Lavrov si è subito fatto sentire a Mosca, dove il viceministro degli Esteri Grigorij Karasin ha dato voce a una nuova disponibilità a riconoscere la legittimità delle elezioni presidenziali in programma in Ucraina, purché siano «trasparenti e tengano conto degli interessi delle regioni». Una novità è anche la disponibilità di Mosca a collaborare con le nuove autorità ucraine, e - sempre secondo quanto affermato da Karasin - ad acconsentire a una missione di osservatori dell'Osce (l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) in Ucraina e in Crimea.

La strada per arrivare a un'intesa tra russi e ucraini è ancora lunga: «I leader russi dovrebbero preoccuparsi dei problemi della Federazione russa e non dell'Ucraina», ha scritto il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turchinov. Il governo di Kiev ha anche condannato la visita in Crimea del primo ministro russo, Dmitry Medvedev. Che sfidando il mancato riconoscimento internazionale dell'annessione della penisola alla Russia ha presieduto a Simferopoli una riunione del governo, annunciando la decisione di fare della Crimea una zona economica speciale: «Il nostro obiettivo - ha detto Medvedev - è rendere la penisola più attraente possibile per gli investitori, in modo che possa generare profitti sufficienti al proprio sviluppo». La costituzione di una zona economica speciale permetterà, secondo il premier russo, l'introduzione di speciali regimi fiscali e doganali, semplificando le procedure amministrative.

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