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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2014 alle ore 16:41.
L'ultima modifica è del 01 aprile 2014 alle ore 16:47.

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Il "triangolo della morte" è stato localizzato fra i villaggi di Guekedou, Macenta e Kissidougou. È lì, nella provincia sud-orientale di Nzerekoré, in Guinea, caratterizzata da una vasta foresta, che le vittime del mortale virus Ebola ammontano già a settanta.

In Africa torna l'incubo dell'epidemia, e questa volta il ceppo virale, responsabile del contagio, è lo "Zaire", classificato come il più aggressivo e mortale della famiglia. «Uccide più di 9 pazienti su 10», spiega Michel Van Herp, epidemiologo di Medici Senza Frontiere (Msf) attualmente a Guekedou.

In Guinea, il bilancio complessivo, da febbraio, è salito ad almeno ottanta morti accertati, considerando anche il decesso di due pazienti ricoverati in ospedale a Conakry. Ma il terribile virus minaccia anche Sierra Leone e Liberia: lo ha reso noto un portavoce del ministero della Sanità, Sakoba Keita, secondo cui si tratta del quinto episodio con esito letale che si registra nella capitale del Paese africano. Il numero dei casi di contagio conclamati resta invece fermo a 122 il che, ha precisato Keita, dimostrerebbe l'efficacia delle misure di prevenzione e controllo messe in atto.

«Per fermare l'epidemia, è importante tracciare la catena di trasmissione. Tutti i contatti dei pazienti che potrebbero essere stati contagiati dovrebbero essere monitorati e isolati al primo segno dell'infezione», dice l'epidemiologo.

Secondo Msf si tratta di un'epidemia senza precedenti nei termini della distribuzione dei casi in diverse località del paese. «Stiamo assistendo a un'epidemia di proporzioni mai viste prima in termini di distribuzione di casi nel paese: Gueckedou, Macenta Kissidougou, Nzerekore, e adesso Conakry», dichiara Mariano Lugli, Coordinatore Progetto per Msf a Conakry.

Per la fine della settimana, ci saranno circa sessanta operatori internazionali con esperienza di febbre emorragica tra Conakry e la zona Sud-Est del paese. Tra gli operatori sul campo ci sono dottori, infermieri, epidemiologi, esperti di acqua e servizi igienico-sanitari e antropologi. Inoltre, più di 40 tonnellate di materiali sono state inviate nel paese per cercare di arginare la diffusione della malattia. «Msf è intervenuta durante quasi tutte le epidemie di Ebola degli ultimi anni, ma erano molto più contenute geograficamente e riguardavano aree più remote. Questa diffusione geografica è preoccupante, perché complicherà di molto il compito delle organizzazioni che lavorano per controllare l'epidemia» dichiara Lugli.

A Conakry, Msf ha rafforzato la propria attività per l'isolamento dei pazienti nell'ospedale di Donka, in collaborazione con le autorità sanitarie della Guinea e l'Organizzazione Mondiale della Sanita' (Oms). Altri pazienti, in altre strutture sanitarie, sono ancora ospedalizzati in condizioni non-ottimali: il grado di isolamento deve essere rafforzato nei prossimi giorni.

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