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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2014 alle ore 13:10.
L'ultima modifica è del 01 aprile 2014 alle ore 13:39.

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A un anno e mezzo dall'introduzione del pacchetto di misure agevolative a favore delle start up (previste nel decreto crescita bis) il ministero dello Sviluppo economico fa il punto in una Relazione al Parlamento dalla quale emerge una realtà in movimento fatta di 1800 imprese innovative. Che ora possono sfruttare tutta una serie di agevolazioni entrate a regime: dagli oneri azzerati di registrazione presso le Camere di commercio (450 euro di risparmi a impresa) alla remunerazione dei collaboratori con stock option, dal credito d'imposta sulle assunzioni di ricercatori alle agevolazioni fiscali appena entrate in vigore per chi investe.

In pista - fa sapere la relazione - anche l'accesso semplificato al Fondo di Garanzia e le piattaforme di «crowdfunding» per la raccolta fondi tramite internet. «Come evidenziato anche da un recente articolo dell'Economist, siamo nel bel mezzo di una "startup explosion" a livello globale – spiega Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica del ministero - L'Italia è al parte di questa startup revolution. Come Paese abbiamo di recente introdotto un vasto e organico corpus normativo in favore dello sviluppo e del consolidamento del nostro ecosistema, ora c'è bisogno che tutti gli attori dell'ecosistema sfruttino al meglio le opportunità offerte dalla policy e utilizzino fino in fondo gli strumenti a disposizione».

In 6 mesi 42 start up hanno bussato al Fondo di garanzia
Dal 26 luglio 2013 - data in cui il Fondo ha diramato la circolare nella quale ha stabilito criteri semplificati di accesso per le start up - sono state presentate 42 domande, di cui 40 già accolte. Il Fondo ha così concesso 4,7 milioni di garanzie, che hanno a loro volta attivato circa 6,2 milioni di credito a favore delle start up. La quota di finanziamento medio concesso si attesta a quota 155mila euro, con la garanzia diretta che è stata sperimentata nel 62,5% dei casi e gli interventi di controgaranzia nel restante 37,5 per cento. Il Fondo è intervenuto a sostegno anche di un incubatore certificato (ce ne sono in tutto 19) con due operazioni di garanzia diretta di lungo periodo per una somma di 2,5 milioni, che a sua volta ha attivato 3,5 milioni di credito bancario. La relazione del Mise fa sapere anche che sono tre i portali web per il «crowdfunding» già iscritti nel registro Consob, due hanno debuttato fra fine dicembre 2013 e inizio 2014 contestualmente con le prime operazioni di raccolta fondi. Per quanto riguarda le piattaforme in via di lancio, sono 3 i soggetti che hanno presentato la richiesta alla Consob.

Prevalgono le Srl, il 60% fattura fino a 100mila euro
La Relazione prende in esame 1.719 start up iscritte al Registro speciale a febbraio scorso (ora sono a quota 1.863). E avverte che per quanto riguarda la natura giuridica, prevalgono nettamente le società a responsabilità limitata (82,3%); seguono le società a responsabilità limitata semplificate (7,2%) e le società a responsabilità limitata con un unico socio (6%). Si segnala la presenza anche di 32 società per azioni (1,9%), 26 società cooperative (1,5%), 17 società a responsabilità limitata a capitale ridotto (1%) e 2 società consortili a responsabilità limitata. Analizzando poi il valore della produzione dell'ultimo anno disponibile (2012) risulta che quasi il 60% delle start up fattura fino a 100mila euro, un terzo da 100 fino a 500mila euro e soltanto il 6,4% da 500mila a 5 milioni di euro. A livello di macro-settore, quasi il 78% opera nei servizi, il 18% nell'industria/artigianato, il 4% nel commercio. Ma si rilevano anche start up nei settori dell'agricoltura e del turismo (rispettivamente 3 e 7 unità).

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