Occupazione, cosa vuol dire lavorare a termine? Tutte le novità del contratto a tempo determinato
Con l'entrata in vigore del decreto legge n°34 del 2014 Renzi «rottama» il vecchio lavoro a termine. Ecco cosa cambia rispetto al passato
di Cristiana Gamba e Alessandro Rota Porta
1. Nuovo contratto a termine / Causalità addio, le ragioni del termine non sono più necessarie
Con l'entrata in vigore del decreto legge n. 34 del 2014 Renzi "rottama" il vecchio lavoro a termine. La novità di maggior rilievo (e anche quella più contestata) del contratto a tempo determinato consiste nel non dovere fare più i conti con il requisito di "causalità". Questo significa che il datore di lavoro – fino a un massimo di 36 mesi – non ha più l'obbligo di dovere specificare i motivi tecnici, organizzativi o produttivi per cui sceglie di mettere un "termine" al contratto di lavoro. La stessa regola viene estesa anche al contratto di somministrazione a tempo determinato, e anche in questo caso fino a un massimo di 36 mesi. Nelle intenzioni del legislatore, è stato dichiarato dallo stesso ministro del Lavoro, la volontà di semplificare questa tipologia di contratto mettendo anche un argine al contenzioso, che per la maggioranza delle cause ruota proprio attorno al requisito della cosiddetta causalità.
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