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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2014 alle ore 07:03.

Dal 18 marzo dovevamo essere in par condicio. Nella realtà, solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei Regolamenti approvati ieri, scatteranno le regole, i controlli e le eventuali sanzioni.
Par condicio in vigore fino al 25 maggio
La par condicio sarà in vigore sino al 25 maggio, giorno in cui si voterà per le elezioni europee, per le regionali del Piemonte e per le comunali che riguarderanno 16 comuni con più di 100mila abitanti, tra i quali Firenze e Bari. La commissione di Vigilanza e l'Autorità per le comunicazioni hanno approvato ieri i Regolamenti relativi alla campagna per l'elezione dei rappresentanti italiani nel Parlamento Europeo. Il decreto di convocazione dei comizi elettorali, dalla cui entrata in vigore scatta la par condicio, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 marzo.
Regole divise in due periodi
Le regole per la comunicazione politica - tribune elettorali, conferenze stampa - sono divise in due periodi. Il primo scatta proprio con «la data di convocazione dei comizi elettorali» e riguarda le forze che hanno due rappresentanti al Parlamento europeo, quelle con almeno un gruppo alla Camera o al Senato, o almeno tre rappresentanti, o riferibile a minoranze linguistiche, oltre ai due Gruppi Misti delle Camere. Sino alla presentazione delle candidatura, lo spazio della comunicazione politica è suddivisivo al 70% in modo paritario e al 30% in proporzione alla forza parlamentare delle stesse forze (sarebbe interessante sentire il parere di qualche costituzionalista su tale disparità di condizioni). Dopo la presentazione delle candidature, gli spazi saranno ripartiti alla pari tra le liste dei candidati che interessano almeno un quarto degli elettori.
Le indicazioni per i messaggi autogestiti
Quanto ai messaggi autogestiti, entro il quinto giorno dalla entrata in vigore del provvedimento, le tv e le radio nazionali, che devono trasmetterli a titolo gratuito, dovranno comunicare la propria disponibilità ai partiti e all'Agcom. Per le tv e le radio locali sono previsti sia rimborsi per quelli a titolo gratuito sia la possibilità di trasmettere messaggi autogestiti a pagamento.
Le prescrizioni per i programmi d'informazione
Il cuore dei due Regolamenti riguarda i programmi d'informazione. Diverse prescrizioni sono in comune tra quelle dettate dalla Vigilanza per la Rai e quelle dell'Agcom per i privati nazionali, ma per il servizio pubblico vi è qualche "paletto" in più: i direttori responsabili dei programmi della Rai devono controllare anche i contributi filmati, la ricostruzione delle vicende narrate, la composizione e il comportamento del pubblico in studio, garantendo un «contraddittorio in condizioni di effettiva parità».
Per chi scatta il divieto di parlare di politica
Resta immutato, nonostante un tentativo di Vinicio Peluffo (Pd) di abolirla, il divieto di "parlare di politica" in tutti i programmi non di comunicazione politica o d'informazione: è il cosiddetto "bavaglio alla satira", che persiste e resiste. Si partirà in ritardo e si spera che il monitoraggio settimanale consenta all'Agcom di effettuare puntuali interventi di riequilibrio (i provvedimenti devono essere presi entro 48 ore dall'accertamento della violazione o dalla denuncia).
Incombe la sentenza del Tar Lazio
Sulla par condicio incombe la sentenza del Tar Lazio che ha annullato la sanzioni dell'Agcom alle trasmissioni di RaiTre Che tempo che fa e 8 e 1/2, mettendo in discussione le modalità - quantitative - con le quali finora si valutavano le violazioni della parità di condizioni tra le forze politiche, anche se in periodo non elettorale.Sarebbe interessante, prima o poi, conoscere l'opinione del Tar anche sulla par condicio in periodo elettorale.
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