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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2014 alle ore 12:46.
L'ultima modifica è del 02 aprile 2014 alle ore 14:30.

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Si annunciano relazioni movimentate tra Parigi e Bruxelles. Il nuovo ministro francese dell'Economia è infatti Arnaud Montebourg, il vulcanico profeta del patriottismo economico. E fautore del "no" alla Costituzione europea nel 2005. Un profilo molto simile a quello del nuovo premier Manuel Valls, con il quale c'è un legame molto stretto. Come dimostra la promozione dell'ex avvocato cinquantunenne, che nel Governo Ayrault era ministro del Rilancio produttivo.

François Hollande e Valls hanno però provveduto a equilibrare la situazione a Bercy, la cittadella dell'economia, nominando alle Finanze e conti pubblici l'ex titolare del Lavoro Michel Sapin. Sessantun'anni, fedelissimo del presidente, è un ortodosso della politica di risanamento del bilancio. Sulla carta l'interlocutore della commissione europea sarà lui, ma certo la convivenza con Montebourg non sarà semplice. Sapin, come Valls, è stato allievo politico di Michel Rocard ed esponente della cosiddetta "seconda sinistra" riformista.

Da giorni era scontata l'uscita di Pierre Moscovici, che si è dimostrato ministro abbastanza trasparente, inadatto al "Governo di combattimento" voluto da Hollande.
Adattissimo è invece Montebourg, cane sciolto del partito socialista, gran difensore dell'industria francese, favorevole, se serve, a un po' di protezionismo. Il grande vincitore del rimpasto - e del necessario riordino di Bercy, dove c'era grande confusione e viene ricostruito intorno a due grandi poli - è certo lui, che conserva il rilancio produttivo (l'industria, di fatto) e acquisisce l'innovazione, l'economia digitale.

Sapin è una garanzia, per tutti. Politico solido di lungo corso, è stato più volte ministro e ha già guidato l'economia (per un anno, nel 1992-'93) con l'allora premier Pierre Bérégovoy.
Quanto al resto del Governo, sono da segnalare il rientro dell'ex compagna di Hollande, Ségolène Royal, che diventa ministro dell'Ecologia e dell'energia (dopo il rifiuto dei Verdi a entrare nel Governo), il trasferimento dell'ex titolare del Bilancio Bernard Cazeneuve all'Interno, la promozione di Benoit Hamon (esponente della sinistra socialista, indispensabile agli equilibri interni) all'Educazione. A sorpresa, visto il rapporto tempestoso con Valls, Christiane Taubira ha conservato la Giustizia.

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