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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2014 alle ore 17:35.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2014 alle ore 20:43.

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Tra i 10 milioni di beneficiari dell'annunciato taglio dell'Irpef per redditi da lavoro ci sono anche un milione e trecentomila stranieri (il 13% del totale). Lo rivela lo rivela l'istituto di ricerca Ref nell'odierno rapporto congiunturale, documento con le previsioni macroeconomiche sul prossimo biennio che già tengono conto dell'annunciato intervento fiscale del Governo. Come già anticipato, nonostante l'intervento choc, le stime Ref non concedono più di un modesto incremento del Pil quest'anno (+0,6%) con un livello dell'indebitamento al limite del 3% .

La platea dei beneficiari
L'analisi della platea prende le mosse dalle indicazioni date dal premier al termine del consiglio dei ministri del 12 marzo. Le detrazioni dovrebbero riguardare tutti i
soggetti con un reddito mensile netto non superiore a 1.500 euro, ovvero, a legislazione vigente, circa 25mila euro lordi l'anno. La stima Ref si basa sulle forze lavoro dell'Istat, che dal 2010 ha reso disponibili i dati sulle retribuzioni percepite dagli occupati dipendenti, per stimare il numero di lavoratori che potrebbero beneficiare del taglio dell'Irpef. E, prendendo in cosiderazione il secondo trimestre 2013 ed escludendo coloro che
hanno lavorato meno di 6 mesi (ovvero i lavoratori stagionali o chi ha lavorato in modo discontinuo, il cui reddito è per forza di cose inferiore a quello interessato dalla misura), si segnala che la platea supera di poco i 10 milioni (10.412.408); un numero molto vicino a quello dato da Matteo Renzi.

Un target di contribuenti equamente diviso tra uomini (52,8%) e donne (47,2%) , per la maggior parte (oltre il 70 per cento) concentrati al Centro-nord e per l'87,2% di cittadinanza italiana. Gli altri, come detto, sono stranieri: «Data la loro rilevanza nell'occupazione, questi ultimi andrebbero quindi a beneficiare maggiormente della manovra» annotano gli analisti dei Ref.

La maggioranza tra i 40 e 50 anni
Nella ripartizione per classi di età della platea dei 10,4 milioni di beneficiari potenziali del taglio Irpef spiccano per maggior frequenza i 40-50enni (il 60 per cento tra i 35 e i 54 anni), anche perché è qui che si concentra la fascia di reddito indicata, dove i più giovani scarseggiano date le retribuzioni basse di inizio carriera e i lavoratori anziani si riducono, a causa delle buste paga appesantita dagli scatti e dalla carriera. Tra i settori di attività il numero maggiore di lavoratori del settore privato è concentrato nell'industria in senso stretto (2,5 milioni; il 24,7%) mentre tra i 6,6 milioni di lavoratori dei servizi (66,6%) sono compresi anche i 3,2 milioni di dipendenti pubblici. «La manovra - conclude l'analisi Ref. - dovrebbe interessare i dipendenti con reddito medio basso». Secondo le stime, infatti, «tra i dipendenti che non verrebbero interessati dal taglio dell'Ipref meno del 30% appartengono alle fasce di reddito inferiori alla soglia minima indicata dal governo, mentre la maggior parte (il 71.6 per cento circa) hanno redditi superiori alla soglia massima».

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