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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2014 alle ore 18:50.

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Ogni anno in Europa muoiono 7mila persone in incidenti stradali dovuti alla guida in stato d'ebbrezza. La Commissione europea stima che oltre un morto su quattro sulle strade, dei 26.200 registrati nell'UE nel 2013 (nel 2012 erano stati 28.100), siano imputabili all'alcol. Il dato è emerso in incontro di studio promosso dalla Fondazione Ania e dalla Etsc (European trasport Safety Coucil) per chiedere "tolleranza zero" sulla guida in stato d'ebbrezza. «Circa un quarto delle vittime sulle strade sono dovuti all'alcol, questo significa che almeno 7mila morti sono dovuti a questo fattore», ha detto Roberto Ferrante responsabile dell'Unità di sicurezza stradale della Commissione europea citando dati appena pubblicati.

«Tra gli interventi allo studio stiamo pensando alla formazione e a controlli e sanzioni per il guidatore, e a dispositivi blocca motore», ha aggiunto, ma su questi ultimi «va valutata l'opportunità politica, e per la diffusione su larga scala ci vorranno ancora 14-15 anni». Nel frattempo il blocco motore potrebbe essere però una soluzione «per evitare che chi guida in stato d'ebbrezza - come ha proposto Antonio Avenose, direttore dell'Etsc - ripeta il reato. Questa soluzione sta funzionando in alcuni paesi e potrebbe funzionare anche in Italia».

«Nel 2013 la Polizia stradale ho sottoposto ad accertamenti sul tasso alcolemico 1,6 milioni di conducenti, da questi controlli sono scaturite 21.427 violazioni relative al superamento di un tasso alcolemico dello 0,5 , circa 1,3%», ha detto il capo della Stradale Giuseppe Bisogno, che ha riscontrato nella metà dei casi tassi molto oltre il limite e violazioni concentrate nelle ore notturne.

«Questo significa che circa 500mila persone si mettono alla guida in condizioni alterate», ha osservato il segretario generale della Fondazione Ania, Umberto Guidoni, che ha anche ricordato come «l'Istituto Superiore di Sanità stima che gli incidenti correlati all'alcol sono pari al 30-35% degli incendi gravi. Il dato desta preoccupazione, soprattutto se si considera che è aumentata la quota dei consumatori di bevande alcoliche, e si sono modificate le abitudini, soprattutto tra quei giovani che assumo l'alcol al solo scopo di sballarsi».

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