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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2014 alle ore 07:57.

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Forte dei quasi 6 miliardi di euro garantiti dalla legge di Stabilità sotto forma di contributi ventennali, la Marina Militare sta mettendo a punto le nuove navi con le quali sostituire almeno parte delle 50 unità sulle 60 in servizio destinate al disarmo nei prossimi dieci anni. Un massiccio programma di radiazione che ha indotto nel dicembre scorso il capo di stato maggiore della Marina, l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, a parlare di rischio estinzione per la Marina Militare.

A finire smantellate o cedute a Paesi africani, asiatici e dell'America Latina saranno tutte le navi costruite negli anni Settanta e Ottanta grazie alla Legge Navale che nel 1975 stanziò mille miliardi di lire in dieci anni per rinnovare una flotta composta ancora in buona parte da navi risalenti alla seconda guerra mondiale o all'immediato dopoguerra.

In futuro la Marina sarà strutturata sulla portaerei Cavour, su 2 cacciatorpediniere tipo Orizzonte, 10 fregate lanciamissili Fremm realizzate con i fondi del Ministero dello sviluppo economico (che finora ne ha finanziate 8) e 14/20 unità nuove unità di vario tipo realizzate con gli ultimi stanziamenti ad hoc. Gli stanziamenti aggiuntivi nella Legge di Stabilità garantiranno infatti per molti anni lavoro agli stabilimenti Fincantieri impegnati nelle costruzioni militari con ampie ricadute su tutta l'industria nazionale della Difesa che fornisce motori, allestimenti, dotazioni, equipaggiamenti, sensori e armamenti navali.

Circa le caratteristiche delle nuove unità, la fase progettuale non è ancora ultimata ma fonti vicine agli ambienti tecnici della Marina Militare hanno riferito a Il Sole 24 Ore che verrà messa in cantiere una nuova classe di pattugliatori d'altura realizzata col concetto modulare composta inizialmente da 10 unità, 6 in versione leggera (light) e 4 in versione completa (full).

Unità con caratteristiche di base simili ma con equipaggiamenti, armi e dotazioni diverse per far fronte a varie tipologie di missione. Una scelta resa necessaria dall'esigenza di rimpiazzare con queste navi ben 6 classi di unità diverse: dai cacciatorpediniere classe Mimbelli alle corvette Minerva, ai pattugliatori Cassiopea alle (ex) fregate declassate a pattugliatori di squadra classe Bersagliere. Per questo le nuove navi saranno lunghe 120 metri per una stazza di 4mila /4.500 tonnellate, avranno una velocità massima di 35 nodi, appena 90 uomini d'equipaggio e potranno imbarcare uno o due elicotteri, velivoli teleguidati e droni subacquei.

I pattugliatori d'altura (che in versione "full" saranno simili a vere e proprie fregate) avranno moltissimi elementi standardizzati abbattendo i costi di gestione del 30 per cento rispetto alle navi oggi in servizio. I moduli contenenti armi e dotazioni saranno imbarcabili e sbarcabili rapidamente consentendo veloci cambiamenti di configurazione tra le versioni "light" da pattugliamento e "full" da combattimento che avranno anche una differenza di costo prevista oggi in 300/350 milioni a nave per la prima e 500 milioni per la seconda. Le 10 navi di questo tipo assorbiranno quindi circa 4 miliardi, cioè l'80 per cento dell'intero stanziamento assegnato dalla Legge di Stabilità che, tolti gli interessi e considerando il valore attualizzato, assommeranno a memo di 5 miliardi.

La prima unità "light" dovrebbe entrare in servizio a fine 2016 e in prospettiva la Marina vorrebbe mettere in servizio 16 navi di questo tipo anche se molto dipenderà dalla disponibilità di ulteriori fondi assegnati al bilancio della Difesa ed extra-bilancio.
Con 250 milioni della Legge di Stabilità e 50 milioni stanziati dal ministero dell'Università e Ricerca (Miur) verrà finanziata la nuova nave oceanografica e appoggio sommergibili da 10 mila tonnellate e 127 metri che avrà un equipaggio di 80 marinai ma potrà ospitare altre 180 persone e 2 elicotteri.

L'unità rimpiazzerà due vecchie navi in radiazione e con altri 300 milioni la Marina rinnoverà anche il settore logistico con una nuova nave da rifornimento (carburante, armamento, ricambi) da 23 mila tonnellate che potrà fungere anche da nave ospedale. Con quanto rimane dei fondi assegnati dalla Legge di Stabilità la Marina punta a realizzare anche un numero imprecisato di piccole imbarcazioni veloci, costruite con materiali e design utili a renderle invisibili ai radar, da assegnare alle forze speciali (incursori).

La nave più importante tra quelle in avanzata fase progettuale è quella da assalto anfibio portaelicotteri (LHD), che verrà realizzata con i fondi previsti dal bilancio ordinario della Difesa. Si tratta di un'unità da oltre 20 mila tonnellate e 180 metri di lunghezza destinata a rimpiazzare le due più piccole San Giorgio e San Giusto impiegate in questi mesi nell'operazione Mare Nostrum di fronte alle coste libiche.

La nuova unità sostituirà anche la portaerei Garibaldi oggi declassata a portaelicotteri e di prossina vendita o radiazione. Non sono ancora disponibili dati circa le previsioni di spesa per realizzare la LHD, che dipenderanno anche dalla tipologia degli armamenti che verranno imbarcati. L'unità potrà fungere da nave comando imbarcare 5 elicotteri, 4 mezzi da sbarco e mille persone incluso l'equipaggio (200 marinai) e i "marines" della brigata San Marco. I tempi di realizzazione di questa grande unità dipenderanno dalla disponibilità di fondi nel bilancio e dalla programmazione degli investimenti nella Difesa che verranno sanciti dal Libro Bianco che il ministro Roberta Pinotti ha detto di voler elaborare entro la fine dell'anno.

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