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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2014 alle ore 15:02.

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Jonny Wilkinson , fuoriclasse inglese del Tolone, festeggia con la Heineken Cup 2013 (Afp)Jonny Wilkinson , fuoriclasse inglese del Tolone, festeggia con la Heineken Cup 2013 (Afp)

Per una volta calcio e rugby si trovano appaiati su un binario morto: nessuna italiana ai quarti di finale della massima competizione europea per club, indipendentemente dal fatto che il pallone sia rotondo oppure ovale. Ma le similitudini finiscono qui, perché per il rugby questa è una ferrea regola, mentre per il calcio di casa nostra - sia pure un po' malandato - è un'eccezione. Di più: nel rugby non abbiamo squadre tra le prime otto neppure in Challenge Cup, la seconda manifestazione continentale, e anche questa è una costante, mentre la Juventus difende tuttora i colori italiani in Europa League.

Insomma, stasera partono i quarti e gli appassionati italiani di rugby saranno, come sempre, spettatori "imparziali". Nel bilancio delle due coppe, la fase a gironi si è conclusa con 36 partite giocate dalle nostre rappresentanti, e il bilancio mette in fila 32 sconfitte, due vittorie (del Prato contro la rappresentante portoghese in Challenge Cup) e due pareggi. Se vogliamo tenere ulteriormente il dito nella piaga, possiamo rilevare che nella Heineken Cup, la Champions League ovale, le due italiane, Benetton Treviso e Zebre, sono - su 24 partecipanti - le uniche squadre ad avere perso sei gare su sei, con l'aggravante di non essere riuscite a ottenere un solo punto di bonus. Il che significa che non hanno mai segnato quattro mete in una singola partita e non hanno mai concluso un match contenendo la sconfitta entro le sette lunghezze di scarto.
E allora accomodiamoci a vedere questi confronti stellari, in gara unica, che determineranno le quattro semifinaliste di Heineken. In campo tre irlandesi (Ulster, Munster, Leinster) a tenere alto l'onore del Paese che ha appena vinto il Sei Nazioni, tre francesi (il Tolone di Martin Castrogiovanni, campione uscente, il Tolosa, che ha il record di quattro coppe vinte, il Clermont Auvergne) e due inglesi (Leicester Tigers e Saracens). Spettacolo praticamente assicurato, in virtù non solo dei campioni visti al Sei Nazioni ma dei tanti fuoriclasse dell'emisfero Sud che popolano le rose delle migliori europee. E due match balzano all'occhio per il blasone e il valore delle contendenti: Munster-Tolosa e Tolone-Leinster, a replicare il confronto tra Francia e Irlanda che ha appena deciso il Six Nations.
Fra i tanti che si potrebbero citare, ci sono poi due aspetti statistici da tenere d'occhio. Primo, dal 1996 a oggi nessuna delle 13 squadre che hanno concluso la fase a gironi con un bilancio di sole vittorie ha finito per alzare la Coppa (quest'anno toccherebbe all'Ulster sfatare la tradizione), Secondo, sempre a proposito di tradizione, considerando campionato e Coppe, il Clermont Auvergne vanta una striscia di 74 (settantaquattro) match in casa senza sconfitte: pensate al compitino che si trovano davanti le Tigri di Leicester, la prossima squadra del "nostro" Leonardo Ghiraldini.
Se tre nazioni hanno trovato posto nei quarti della Heineken, il numero si riduce a due nella Amlin Challenge Cup, con l'Inghilterra che manda in campo addirittura sei squadre (London Wasps, con Andrea Masi e Carlo Festuccia, Sale, Northampton, Harlequins, Bath, Gloucester) e la Francia che risponde con due: il Brive e lo Stade Francais di Sergio Parisse, unico fra gli otto team in competizione a non avere mai vinto un trofeo continentale.
Intanto, dopo oltre un anno di polemiche, strappi minacciati e tentativi di mediazione, sembra ormai definita la nuova formula delle Coppe europee. Non c'è ancora l'ufficialità, ma l'accordo su partecipanti, emittenti e, anche e soprattutto, suddivisione dei proventi è stato trovato.
A quanto risulta, a sovrintendere al tutto non sarà più la Erc, società di base a Dublino, ma una nuova realtà, con sede in Svizzera. Il Board della nuova società vedrà al proprio interno rappresentanti sia delle Leghe sia delle federazioni. Il numero delle partecipanti alla competizione più importante (che cambierà nome, da Heineken Cup a European Rugby Champions Cup) scenderà da 24 a 20: ci saranno sei squadre del Top14 francese, sei della Premiership inglese e sette del Pro12, ex Celtic League (tra queste dovrà esserci almeno una rappresentante a testa per Irlanda, Galles, Scozia e Italia). La ventesima verrà fuori, per la prossima edizione, da uno spareggio fra le settime classificate nei campionati di Inghilterra e Francia, mentre dal 2015/2016 la qualificazione per questa ultima piazza si baserà su una sorta di play-off con le due squadre di cui sopra più l'ottava e la nona del Pro12.
Nella European Rugby Challenge Cup (che prenderà il posto dell'attuale Amlin Challenge Cup) si ritroveranno le 18 squadre dei campionati professionistici europei che avranno fallito l'accesso alla "Champions". A esse si aggiungeranno due formazioni (che siano club, superclub o franchigie) qualificate tramite un torneo che si svolgerà a inizio stagione, cui parteciperanno, presumibilmente, squadre italiane, spagnole, portoghesi, russe, georgiane, rumene.
E' chiaro che il business sarà assicurato quasi esclusivamente dalla Coppa più importante, l'unica che finora, con la denominazione Heineken, portava soldi nelle casse della Erc. Si trattava di circa 45 milioni di euro di utili, ma la somma potrebbe ulteriormente aumentare anche grazie allo sdoppiamento in materia di diritti televisivi, che saranno assegnato sia a Sky sia a Bt Television. Cambia (ed era questo uno degli aspetti più spinosi) il criterio di suddivisione dei guadagni: dal prossimo anno si divide per tre, nel senso che un terzo andrà alla Lega francese, un terzo alla Lega inglese e un terzo al Pro 12, che provvederà a una ulteriore divisione fra le quattro federazioni interessate.

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