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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2014 alle ore 20:57.

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Più riforme per la flessibilità dei conti entro il 3%. E' il messaggio contenuto in una bozza del Programma nazionale di riforme che andrà domani in Consiglio dei ministri con il Def secondo le anticipazioni dell'agenzia stampa Adnkronos. Il Governo è a lavoro in queste ore e Palazzo Chigi, in una nota diffusa in serata, l'esecutivo invita alla prudenza sulle diverse bozze in circolazione in queste ore. L'Italia intende perseguire le riforme strutturali, che tengono anche conto «delle raccomandazioni della Commissione europea contenute nella Relazione sugli "Squilibri macroeconomici Italia 2014" che siano legate «a misure di tipo immediato necessarie per ridare fiducia al Paese, consolidare la credibilità dell'Italia e guadagnare più spazio e flessibilità sui conti pubblici, pur all'interno del limite del 3 per cento e mantenendo saldo l'impegno al pareggio di bilancio nel medio termine», si legge nel testo diffuso da Adnkronos. «Inoltre le riforme strutturali imprimeranno una spinta duratura alla crescita economica e miglioreranno la sostenibilità delle finanze pubbliche», si aggiunge.

Valuteremo con Ue strategia per rispetto regola debito
«Sarà mantenuto il disavanzo sotto il 3%. Si valuterà con la Ce la migliore strategia compatibile con le riforme per garantire la regola del debito e del pareggio strutturale di bilancio» si legge nella bozza.

Confermato taglio Irpef da 10 miliardi
Pare confermato che il taglio dell'Irpef da 10 mld a regime sarà coperto dalla spending review. «Taglio Irpef 10 miliardi a regime. I lavoratori dipendenti sotto i 25 mila euro di reddito lordi, circa 10 milioni di persone, avranno un ammontare di circa 1.000 euro netti annui a persona, attraverso coperture con la revisione della spesa», si legge nella bozza del Pnr. «Taglio Irap per le aziende di almeno il 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle attività finanziarie». «Circa 10 miliardi saranno destinati ad incrementare a partire dal 2015 l'aumento del reddito disponibile di lavoratori dipendenti e assimilati (co.co.co.) in modo da beneficiare, in particolare, i percettori di redditi medio-bassi. Già a partire da maggio 2014, in via transitoria i dipendenti che percepiscono oggi 1500 euro mensili netti da Irpef conseguiranno un guadagno in busta paga di 80 euro mensili» si legge nel testo. Per il Governo «è necessario dare ossigeno alle imprese e alle famiglie riducendo il cuneo fiscale e aumentando il reddito disponibile soprattutto per le famiglie maggiormente segnate dalla crisi, con effetti positivi sui consumi e sulla crescita».

«Il conseguente aumento del reddito disponibile per i lavoratori beneficiati dovrebbe risultare apprezzabile in particolare per le fasce di reddito medio basse, contribuendo ad un rilancio dei consumi e delle prospettive di crescita. La riduzione dell'Irpef si giustifica quindi non solo per la valutazione economica e la sostenibilità sociale del processo di risanamento, ma anche per la riduzione delle ineguaglianze e della povertà della popolazione lavorativa» si legge nella bozza del Pnr.

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