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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2014 alle ore 10:37.

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(Afp)(Afp)

A Borsa chiusa per la festa di Qingmin, la festa dei morti, arriva il più mite verdetto della Banca Mondiale sulle prospettive dell'economia cinese.

Una prospettiva anche più clemente del benchmarking di 7,5 dichiarato dal premier Li Keqiang nel suo discorso al Parlamento cinese in plenaria. Ancora meglio del 7,3-7,2 di cui ha parlato il ministro delle Finanze Lou Jiwei, quasi a voler mettere le mani avanti rispetto a possibili rovesci economici del tutto imprevedibili.

La Cina guarda molto più all'interno di casa sua di quanto non abbia fatto negli ultimi anni. La Banca Mondiale parla di una crescita nel 2014 a 7,6 dal 7,7 dell'anno scorso e sembra quasi ignara del fatto che domani le Borse cinesi prenderanno atto (e nota) di questa previsione, con un occhio al prossimo dato della bilancia commerciale di marzo. A febbraio aveva registrato un meno 18,1% sull'anno, le importazioni a più 10,1, la bilancia commerciale a 22 miliardi di dollari.

Fino a quando, come a febbraio, le pessime performance saranno considerate legate alle Feste del nuovo anno? Le manovre anomale, tra cui la necessità di portare soldi nel Paese attraverso movimenti anomali potrebbero, purtroppo, continuare a deprimere le prospettive di crescita del Paese.

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