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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2014 alle ore 21:51.
Giudizi positivi da Cisl e Uil sul taglio Irpef. «Speriamo che non sia una quattordicesima una tantum e che gli 80 euro ai redditi fino a 1500 euro al mese diventino strutturali, anno per anno» commenta il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni dopo l'annuncio da parte del presidente del Consiglio Renzi del varo il 18 aprile del decreto per il taglio dell'Irpef sui redditi medio-bassi. «Un giudizio sul Def lo potremo dare - aggiunge in una nota Bonanni - solo quando leggeremo attentamente il provvedimento per capire gli effettivi cambiamenti introdotti nei meccanismi di spesa pubblica. Speriamo che non ci siano sorprese. È sicuramente positivo - sottolinea - che il Governo abbia introdotto il tetto di 230 mila euro per le retribuzioni dei manager pubblici, una cosa che la Cisl ha proposto anche per i manager delle banche e di tutte le società a partecipazione pubblica. Rimane l'esigenza del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, la detassazione del salario di produttività e una soluzione definitiva per gli esodati. Tutte questioni che rimangono tuttora aperte».
Angeletti, passo avanti
«Finalmente un Governo che mantiene le promesse. Alla fine di maggio 10 milioni di lavoratori avranno un aumento in busta paga grazie alla riduzione delle tasse. Abbiamo fatto un vero passo avanti». Così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sull'annuncio da parte del Governo che venerdì 18 sarà varato il decreeto che taglia l'Irpef per i redditi medio-bassi. Quanto al Def, Angeletti dice che «valuteremo attentamente il documento quando sarà pubblicato».
Fassina, con Def rinuncia a sostenere economia
La manovra non convince Stefano Fassina: «Il Def approvato oggi é rituale e continuista: il governo rinuncia a attuare una manovra anti-ciclica per sostenere l'economia» replica Fassina, deputato del Partito democratico, alle misure annunciate dal presidente del consiglio, Matteo Renzi, alla fine del Cdm. «Ascoltate le parole del presidente del consiglio nella conferenza stampa di metà marzo, avevamo sperato in una inversione di rotta nella politica economica. Date le emergenze economiche e sociali, sarebbe stato necessario utilizzare almeno lo spazio di deficit disponibile sotto al 3%, sia quest'anno sia nei due anni successivi, per finanziare investimenti produttivi e generare domanda per le nostre imprese e occupazione e ridurre il debito pubblico», aggiunge. «Al contrario, il Def e il Decreto Lavoro continuano la linea dell'austerità cieca e della svalutazione del lavoro con ulteriori pesanti tagli in arrivo il prossimo anno, anche alla spesa sociale. Grave e autolesionistica in particolare la parte sulle privatizzazioni». Per il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia si tratta di «una manovra chiaramente redistributiva, l'importante è che i tagli non siano lineari. Ora il confronto sia costruttivo con le opposizioni sul Def in Parlamento per l'approvazione entro il 17».
Brunetta, da Renzi solo show, è stato imbarazzante
«Dilettante e imbarazzante anche oggi Matteo Renzi in conferenza stampa. Aumenta le tasse sul risparmio e sulle banche, e le auspicate coperture derivanti dalla Spending review arriveranno chissà quando e chissà quante. Che dire poi del fatto che tanto l'aumento dell'imposta sulle quote rivalutate del capitale della Banca d'Italia quanto il gettito Iva conseguente al pagamento dei debiti della Pa generano entrate una tantum a fronte di un intervento, quello degli '80 euro al mesè, che è strutturale? Non solo. Tagliare un pò di tasse ad alcuni e aumentarle ad altri, come intende fare il governo, ha effetto macroeconomico nullo: trattasi di mera redistribuzione del reddito» afferma Renato Brunetta,capogruppo di Fi alla Camera.
«Quanto alla prudenza - prosegue Brunetta - e alla 'serietà' delle sue stime, è vero che Renzi ha ridotto le previsioni sul Pil da +1,1% del precedente governo a +0,8%, ma è comunque di più rispetto al +0,6% della Commissione europea (quello che veramente conta ai fini del rispetto dei parametri europei) e del Fondo monetario internazionale. Infine, sempre sulla 'serietà': non basta dire che si sono presi per buoni solo 4,5 miliardi dei 6 proposti dal commissario Cottarelli, ma come sono composti? Oltre ai pochi spiccioli derivanti dal taglio degli stipendi ai dirigenti pubblici, Renzi non ha detto altro. Come sempre, in conferenza stampa, solo show, battutine e confusione. Non si governa così un Paese».
Capezzone, Fi spingerà per più ambizione
«Naturalmente, valuteremo con doverosa attenzione ed esamineremo in dettaglio il documento prodotto dal Governo. Tuttavia, in sede di primissima valutazione a caldo, posso dire sin d'ora che da parte nostra ci sarà una spinta e una richiesta di maggiore ambizione, per più tagli di spesa e più tagli di tasse«. Lo dichiara in una nota Daniele Capezzone, Forza Italia, Presidente della Commissione Finanze della Camera.
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