Riforme strutturali, spending, tagli ad Irap e cuneo: l'abc del Def
Un testo articolato, limato fino all'ultimo, anche nel corso del Consiglio dei ministri, che fissa innanzitutto a 6,7 miliardi di euro il taglio alla spesa pubblica tra maggio e dicembre 2014 per finanziare gli 80 euro in busta paga per i lavoratori che guadagnano fino a 1.500 euro mensili
di Andrea Carli e Vittorio Nuti
2. Def / Crescita: deficit al 2,6% nel 2014
All'interno del Def tutta una serie di indicazioni sulla crescita del Paese nel medio termine. Bruxelles guarda con grande attenzione a queste informazioni. Il testo sarà inviato al Parlamento e alla Commissione europea. Nel 2014 il Pil, stima il Governo nel documento, aumenterà dello 0,8% (l'esecutivo Letta aveva previsto un + 1,1%). A seguire, nel 2015 segnerà +1,3%, nel 2016 +1,6%, nel 2017 +1,8% e nel 2018 +1,9 per cento. Il deficit passerà dal 2,6% di quest'anno all'1,8% del 2015 e allo 0,9% nel 2016. I numeri del Def segnalano dunque un'Italia in linea con la soglia europea del 3% nel rapporto tra deficit e Pil.
L'avanzo primario in termini nominali aumenterà in maniera progressiva, raggiungendo il 5% nel 2018. In base alle previsioni contenute nel Def, infine, il rapporto tra debito e pil inizierà a ridursi a partire dal 2015.
Rimane il nodo del deficit strutturale. Il pareggio infatti slitta: in base al piano del Governo, si ridurrà progressivamente, con un «sostanziale equilibrio» già nel 2015 (-0,1%) per poi restare in pareggio negli anni successivi. Nel testo finale del Def, si legge che «nel 2015 e nel 2016 il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali richiederà misure aggiuntive per colmare il gap residuo, che il governo ipotizza perverrano esclusivamente dal lato della spesa pubblica». La scelta di spostare nuovamente il pareggio di bilancio strutturale di un anno, dal 2015 al 2016, potrebbe non convincere Bruxelles. Ma nel Def si specifica che a suo avviso «il posticipo al 2016 del conseguimento dell'obiettivo di pareggio di bilancio», «non configura una violazione dei regolamenti europei».
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