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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2014 alle ore 06:38.
Daniele Bosio, ambasciatore italiano in Turkmenistan, è stato arrestato nelle Filippine con l'accusa di abusi sessuali su minori, dopo essere stato trovato in compagnia di tre bambini fra gli 8 e i 12 anni. Il diplomatico italiano ha respinto ogni accusa mentre la Farnesina lo ha sospeso dalle sue funzioni.
Il segretario del Dipartimento di Giustizia filippino, Leila de Lima, ha dichiarato che l'arresto è avvenuto lo scorso weekend in un parco acquatico vicino a Manila, in seguito a una «soffiata» di un gruppo locale per i diritti dei bambini.
«Al momento si trova in carcere e nel frattempo il pubblico ministero ha avviato un'indagine preliminare», ha detto de Lima all'Afp. Bosio è al momento detenuto a Binan, a 39 km da Manila. Bosio stava trascorrendo le vacanze nelle Filippine quando è stato arrestato.
De Lima ha dichiarato che il diplomatico avrebbe violato le leggi del Paese sul traffico di esseri umani e sull'abuso di minori ma non sono state formulate ancora accuse specifiche. De Lima ha inoltre sottolineato che Bosio non può invocare l'immunità diplomatica in quanto non era di stanza nelle Filippine.
Bosio, 46 anni, dal 1999 al 2002 è stato primo segretario all'ambasciata d'Italia ad Algeri, dal 2002 al 2006 console a New York e dal 2010 al 2013 primo consigliere commerciale all'ambasciata d'Italia a Tokyo.