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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2014 alle ore 06:37.

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MILANO
«Oggi è una giornata importante per noi, perché questa edizione del Salone deve segnare una svolta». Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, si presenta con un messaggio preciso all'appuntamento con il Salone del Mobile organizzato da Cosmit, che apre oggi a Milano e fino a domenica vedrà protagoniste in Fiera Rho 2.400 aziende dell'arredo di tutto il mondo: «L'obiettivo di quest'anno è l'Italia. Sull'estero il mobile italiano va bene e cresce, lo sappiamo. Ora dobbiamo recuperare il mercato interno». Un mercato che, ancora nel 2013, perdeva il 7,5%, mentre a sostegno del comparto (17,6 miliardi di fatturato, il 2,5% in meno del 2012) resta soltanto la voce export.
Gli strumenti per farlo sono noti: rettificare il bonus mobili e confermarlo per il 2014, il che porterebbe 1,2 miliardi di fatturato in più alle imprese del settore. Inoltre, un'Iva agevolata (all'8%) sull'acquisto di mobili per le prime case da parte di giovani coppie. E l'estensione del bonus sulle ristrutturazioni agli alberghi, come già previsto dalla Regione Lombardia che, in vista di Expo 2015, ha stanziato un finanziamento agevolato di 100 milioni di euro per sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive. Una misura che avrebbe ricadute importanti, dato che il mercato potenziale per il settore arredamento (nella sola Lombardia di oltre 100 milioni) è stimato a livello nazionale in circa un miliardo di euro. Potrebbe inoltre essere una leva per spingere anche nel nostro Paese il segmento delle grandi forniture, su cui puntano molte aziende dell'arredo italiano, ma che al momento trova sbocchi soprattutto all'estero, in particolare nei Paesi di cultura anglosassone o nei mercati emergenti, dove numerosi sono gli sviluppi immobiliari di grandi dimensioni e di lusso.
Che il mercato del contract e delle grandi forniture rappresenti per il mobile italiano una importante opportunità è dimostrato dai dati elaborati da Csil (Centro studi industria leggera), che ha stimato in 800 milioni i ricavi generati nel 2013 in questo comparto dalle imprese italiane, ovvero l'11% del mercato europeo. Non solo: in tutta Europa la produzione di mobili per il contract e le grandi forniture è aumentata in tre anni del 4%, raggiungendo i 9 miliardi nel 2013, grazie soprattutto al traino (+2%) dei mercati extra-Ue. «Il valore di questo comparto – nota Aurelio Volpe, direttore Ricerche e marketing di Csil – è aumentato anche negli anni di crisi, proprio mentre il resto dell'industria dell'arredamento perdeva».
L'Italia è il secondo Paese europeo per produzione in questo segmento e conta sette delle 50 aziende europee che, da sole, detengono il 50% dell'offerta Ue di arredi per il contract. Tra queste, marchi noti come Molteni&C, Poliform, Poltrona Frau o B&B Italia, ma anche aziende più piccole, come Pedrali, La Fortezza e Consonni, specializzate nelle operazioni «chiavi in mano», in cui l'azienda gestisce tutti i servizi, dalla progettazione degli spazi alla fornitura degli arredi, sino alle finiture. «L'Italia si posiziona bene, in Europa, per produzione – conferma Aurelio Volpe – ma è specializzata in segmenti un po' di nicchia: le aziende italiane sono attive soprattutto nell'arredamento e nella progettazione degli interni di alberghi 5 stelle, flagship store della moda o del lusso e yacht». Il segmento retail è tra le voci principali della produzione europea di arredi per il contract (quasi 2 miliardi), seguito dal segmento ospitalità (1,9 miliardi).
Una conferma del valore che, anche in Italia, potrebbero avere per le aziende dell'arredo le forniture agli hotel se fosse accolta la proposta di estensione del bonus mobili alle strutture ricettive a livello nazionale.
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