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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2014 alle ore 19:48.
L'ultima modifica è del 09 aprile 2014 alle ore 19:50.

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Nel fermo-immagine tratto da News mediaset ,Pier Paolo Brega Massone durante una intervista (Ansa)Nel fermo-immagine tratto da News mediaset ,Pier Paolo Brega Massone durante una intervista (Ansa)

I giudici della Prima Corte d'Assise di Milano hanno condannato all'ergastolo Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario della clinica Santa Rita di Milano accusato di omicidio volontario per la morte di 4 pazienti. Il medico è stato condannato anche a tre anni d'isolamento diurno. I giudici hanno inoltre condannato a un anno e 6 mesi di reclusione due anestesisti, Giuseppe Sergio Di Terlizzi e Gianandrea Bona, che avevano addormentato tre dei pazienti morti.

Sono accusati di cooperazione in omicidio colposo perché non si sarebbero opposti alle operazioni pur avendone il dovere. Il loro capo d'accusa si prescriverà comunque a giorni. Analoghe imputazioni per altri tre anestesisti sono state dichiarate prescritte; inflitti un anno e 2 mesi a Enza La Corte, un'infermiera accusata di favoreggiamento e concorso con Brega Massone in appropriazione indebita perché durante l'inchiesta avrebbe tentato di far sparire le cartelle cliniche del reparto dell'ex primario e con lui avrebbe sottratto materiale medico alla clinica; e 2 anni e 3 mesi a Renato Scarponi, accusato di truffa aggravata dal danno patrimoniale di rilevante entità e falso in qualità di responsabile del reparto di Riabilitazione, in relazione alla documentazione che sarebbe stata falsificata per chiedere indebitamente rimborsi pubblici.

Brega Massone è stato arrestato dai carabinieri presenti al palazzo di giustizia di Milano. Nei suoi confronti è stata disposta infatti dai giudici l'esecuzione immediata della sentenza così come era stato chiesto dai Pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella. L'ex primario della Santa Rita, ribattezzata dopo l'apertura dell'inchiesta la 'Clinica degli orrori', era in aula ed è stato subito prelevato dai militari e portato in carcere. «C'era la possibilità concreta che fuggisse», hanno spiegato i pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano.

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