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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2014 alle ore 17:12.
L'ultima modifica è del 10 aprile 2014 alle ore 21:24.

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Effetto spread sui conti pubblici. Il miglior andamento dei tassi sui titoli pubblici dovrebbe consentire quest'anno di risparmiare per il pagamento degli interessi circa 3,5 miliardi di euro. Una bella cifra, individuata con precisione in serata dal Tesoro, ma molto inferiore all'ipotesi di un risparmio di 9 miliardi di euro circolata in giornata. Il risparmio dovrebbe poi salire a 6,7 miliardi di euro nel 2015.

A fare chiarezza è il ministero dell'Economia, che partendo dal confronto delle tabelle, compilate secondo il principio della competenza, contenute nell'aggiornamento al Def dello scorso settembre, smentisce l'idea che sia possibile registrare quest'anno una minore spesa di spesa per il pagamento degli interessi da 9 miliardi: quanto passa più o meno tra i 91,5 miliardi stimati a settembre da Saccomanni e gli 82,55 miliardi indicati nel Def messo a punto dal ministro Padoan.

La comparazione corretta tra gli 86 miliardi indicati "a legislazione vigente" nell'aggiornamento dello scorso settembre e gli 82,5 ora stimati nel Def approvato l'altro ieri sarebbe quindi di "soli" 3,5 miliardi di euro. Si passa poi nel 1985 a 6,7 miliardi di minori spese tra gli 88,8 indicati dal governo Letta e gli 82,1 ora ricalcolati dall'esecutivo guidato da Renzi. Il risparmio rimane su questo livello anche nei due anni successivi: è di 6,5 miliardi nel 2016, quando si scende da 91,8 a 85,3 miliardi, e di 7,1 nel 2017, anno in cui le stime passano da 92,5 a 85,4 miliardi di euro.

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