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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2014 alle ore 13:18.
L'ultima modifica è del 10 aprile 2014 alle ore 14:40.

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(Corbis)(Corbis)

LONDRA - «Che cosa sappiamo del "Rosso" movimento Boy Scouts in questo Paese?». «Non molto a dir la verità». Lo scambio di messaggi fra ufficiali dell'Mi5, i servizi segreti inglesi, risale al 1920 ed è il prologo ad un intenso rapporto fra gli agenti di Sua Maestà e l'associazione fondata da Baden Powell.

Quel "Rosso" fa pensare al timore che fra i giovani appassionati di scampagnate un po' ruvide ci fossero infiltrati bolscevichi visto che il movimento giovanile contava già allora più di un milione di iscritti con relazioni internazionali intense. Timori da sinistra ma anche da destra se è vero che l'Mi5 fu allertato dal sospetto sulle possibili conseguenze della visita nel Regno di scout tedeschi il cui padre era morto nella prima guerra mondiale. L'avvento del nazismo non potè che accrescere il sospetto, se è vero che il Reich si attendeva "grandi risultati" da alcune missioni dei giovani esploratori più addomesticati al regime.

La storia semiseria su scout e 007 esce, in realtà, da serissimi documenti, quelli che vengono diffusi dagli Archivi nazionali quando cade il segreto oppure, come in questo caso, quando vengono messi sul sito dell'ente che li custodisce. Nel più recente download si parla appunto di boy scout, ma anche di Mata Hari e della sua liaison britannica, così come della militanza comunista di Arthur Ransome autore di libri per bambini. Ma sono i boy scout a fare più notizia.

Nel 1924 il movimento chiese informazioni al Foreign office su un viaggio programmato in Europa e per tutta risposta si trovò infiltrato da un agente dell'Mi5 che sotto mentite spoglie - braga corta e scarponcino, immaginiamo, nonostante l'eta non più verdissima - seguì il gruppo in Danimarca. La preoccupazione crebbe ancor di più con l'avvicinarsi della Seconda guerra mondiale. Secondo i servizi di Sua Maestà, nei boy scout si infilarono agenti del filo nazisti e filo comunisti. O almeno questo si sospettava, tanto da mettere sotto stretta osservazione le scoribbande in campagna delle giovani marmotte britanniche o di quelle d'Oltremare invitate nei territori della Corona.

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