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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2014 alle ore 22:25.
L'ultima modifica è del 10 aprile 2014 alle ore 23:01.

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NEW YORK – Fuga dai titoli tecnologici. Wall Street ha perso bruscamente quota, scossa da un'ondata di vendite e realizzi di profitto che si è abbattuta sul settore delle biotecnologie e su un ampio ventaglio di aziende Internet, da social media quali Facebook al commercio elettronico di eBay. Il Nasdaq, schiacciato dalla paura che soprattutto i titoli hi-tech abbiano ormai raggiunto valutazioni eccessive e insostenibili, ha battuto in ritirata del 3,1%, il peggior calo degli ultimi due anni e mezzo, dal 2011. Dai massimi del 6 marzo l'indice è sceso di oltre il 6,4 per cento. L'S&P 500 è caduto di oltre il 2 per cento.

Nelle biotech, settore d'avanguardia quanto rischioso per eccellenza, sono stati penalizzati titoli di piccole e nuove aziende come di gruppi consolidati leader. L'indice del settore IBB è franato anche di oltre il 6%, terminando con una flessione del 5,3 per cento. Biogen e Amgen hanno bruciato quasi il 5%, Gilead Sciences il 7,3 per cento.

Il contagio è stato però generalizzato sull'alta tecnologia, con il Nasdaq che viaggia a multipli di 35 volte gli utili contro 17 dell'S&P 500. Il social network Facebook ha perso il 5,2%, dopo aver ceduto ormai il 20% dai massimi dell'anno e ha quasi azzerato i guadagni da inizio d'anno. La grande casa d'aste online eBay, reagendo alla notizia che il raider Carl Icahn ha rinunciato a una campagna per riviouzionare l'azienda e orchestare uno spin off della controllata PayPal , ha visto le quotazioni scendere del 3 per cento. Il Nasdaq Internet Index è arretrato di circa il 4 per cento. In un sintomo premonitore dell'accesciuta volatilità e del nervosismo sulla piazza azionaria, il Nasdaq aveva già perso il 2,5% venerdì, prima di risalire nelle ultime sedute.

«Il mercato ha i nervi a fior di pelle», ha commentato David Pavan di ClariVest Asset Management. «Assistiamo a una rotazione fuori dai titoli caldi, i momentum stock, verso opportunità più prudenti, titoli dalle valutazioni migliori», ha continuato Chad Morganlander di Stifel Nicolaus che ha citato anche l'incertezza sulla stagione delle trimestrali della Corporate America quale elemento catalizzatore per i ribassi.

Né i tecnologici, se hanno sofferto le perdite più pronunciate, sono rimasti isolati, sollevando lo spettro di potenziali continue correzioni generalizzate di Borsa in agguato. Ally Financial, colosso dei prestiti auto salvato dal governo, ha effettuato un collocamento azionario iniziale da 2,4 miliardi di dollari, il maggiore sul mercato americani da gennaio, ma il titolo è stato accolto da un ribasso del 4,4% nonostante il prezzo fosse stato fissato al limite più basso della forchetta considerate, tra i 25 e i 28 dollari. Con il collocamento tuttavia il Tesoro ha più che completato il recupero degli aiuti concessi al gruppo, incassando in tutto finora 17,7 miliardi contro i 17,2 che aveva iniettato. Gli altri grandi indici di Borsa sono scivolati nel corso della seduta a fianco del Nasdaq: lo Standard & Poor's 500 ha perso il 2,09% e il Dow Jones 267 punti, l'1,62 per cento.

Le biotecnologie sono diventate la cartina di tornasole dei ribassi: hanno corso molto, spesso moltiplicando i loro valori di mercato l'anno scorso e nell'ultimo quinquennio hanno reso agli investitori il 250 per cento. Ma sono particolarmente esposte a drammatici crolli, al centro del dibattito su nuove bolle speculative in Borsa: fanno parte di un universo frammentato, composto spesso di aziende con un solo prodotto i cui destini sono appesi al filo del successo di esperimenti e approvazioni di farmaci da parte delle autorità competenti, la Food and Drug Administration. Già in marzo l'indice biotech del Nasdaq aveva così ceduto l'11 per cento. I grandi Etf che seguono il settore nell'ultimo mese sono in calo, con percentuali che in qualche caso hanno raggiunto il 26 per cento.

Singole aziende, conosciute e meno, hanno pagato caro il nuovo clima. Halozyme Therapeutics ha visto le quotazioni di recente crollare del 27% davanti a un ordine della Fda di porre fine alla sperimentazione su un farmaco per il trattamento del tumore al pancreas. Oggi ha ceduto un altro 7 per cento. Prana Biotechnology, che oggi ha sua volta perso il 7%, aveva giaà bruciato il 71% in una settimana davanti al fallimento di una terapia per l'Alzheimer. Anche un gigante del settore quale Gilead Sciences, che ha un promettente farmaco per la cura dell'Epatite C, prima ancora del calo attuale aveva visto il titolo perdere quasi il 10% davanti alla notizia di indagini del Congresso sulle sue pratiche di prezzo. Il farmaco costa mille dollari a pillola e 84mila dollari per un ciclo di terapia.

Un altro titolo biotech di recente sugli scudi degli investitori ha risentito di realizzi di profitto. Intercept Pharmaceuticals è passato da poco più di 70 dollari a fine 2013 a 462 dollari sull'onda dell'efficacia dimostrata da un suo nuovo prodotto per la cura di forme di cirrosi. L'azienda, oltretutto, è controllata dall'italiana Genextra di Francesco Micheli. Da allora il titolo, seppur restando in forte rialzo, ha tuttavia ceduto terreno e si trova oggi a 264 dollari. Ieri ha ceduto circa il 12 per cento.

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