Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2014 alle ore 07:41.

My24
Fabio CannavaleFabio Cannavale

Ha costruito un impero in soli 10 anni. Partito con un socio e un capitale sociale di 10mila euro (che non ha nemmeno usato) ha ideato Volagratis, il sito dei viaggi low cost, lo ha trasformato in un grande gruppo (Bravofly Rumbo Group), ha assunto 600 dipendenti e ora si quota alla Borsa di Zurigo. Valutazione prevista: tra i 600 e gli 800 milioni di euro. «Ma se non avessi spostato la mia azienda dall'Italia alla Svizzera non ce l'avrei mai fatta», dichiara a Il Sole24Ore.com il presidente Fabio Cannavale.

Quarantotto anni, laurea in ingegneria, master in Business Administration all'Insead di Fontainbleau («Un'esperienza incredibile che mi ha aperto la testa»), Cannavale lavora per 6 anni alla McKinsey, dove si ritrova per colleghi gente come Corrado Passera e Roberto Colaninno. Poi prende un anno sabbatico e va in giro per il mondo in barca a vela. E lì inizia la sua avventura imprenditoriale. Intuisce le potenzialità di Internet e dei viaggi a basso prezzo. Tornato a casa, con il socio Marco Corradino si mette a lavorare come un pazzo e per due anni non prende uno stipendio. «Sul Web eravamo in pochi e si poteva costruire. Tantissima gente richiedeva voli low cost, ma non c'era nessun sito che li vendesse. Gli unici e-commerce di voli, infatti, erano americani (Last Minute, Expedia...)».

I due scoprono così un vuoto di mercato e si inseriscono. Nel 2010 si rendono conto che per crescere è necessaria una trasformazione radicale. «Il difficile non è iniziare, ma trasformare una startup in una grande azienda. Nel 2010 ho capito che dovevo supportare la fase di crescita con il giusto management. Ho assunto un CEO di enorme esperienza nel settore e con lui una prima linea di manager di alto livello. Li ho motivati con stipendi alti e azioni. Nello stesso tempo però ho tenuto lo zoccolo duro di chi era partito con me, un gruppo di persone che mi ha permesso di mantenere lo spirito della startup». La prima svolta però era già avvenuta con il trasferimento in Svizzera. Toccata la quota dei 50 dipendenti, Cannavale capisce che in Italia non ce la fa. Molla tutto e si trasferisce a Chiasso. «E' stata la scelta migliore che potessi fare. Guardo con profonda ammirazione gli imprenditori italiani che hanno 300 dipendenti. In Italia i sindacati non ti fanno crescere, l'accesso al credito è problematico, le tasse sono troppo alte. In Svizzera paghi il 20%, in Italia si arriva al 60-70%. Ho usato quel risparmio per crescere, trattenere nella mia squadra i talenti migliori, fare acquisizioni».

Da oltre 10 anni nel consiglio di amministrazione di un'azienda quotata alla Borsa di Stoccolma, Cannavale ragiona presto in quell'ottica. Certifica i bilanci, mantiene un board di alto livello, apre l'azionariato a soci terzi. «Il 70% dell'azienda è in mano ai fondatori e al management. Dei miei 130 soci, 72 sono dipendenti. Tra gli altri soci ci sono grandi nomi dell'imprenditoria e della finanza». Ci sono Tito Tettamanti (il più grande finanziere ticinese), gli Agnelli, la famiglia Micheli. «Come si fa? I primi soci sono stati alcuni amici della Mckinsey e della Insead. Come Roberto Italia della Space, SPAC quotata con al suo interno i nomi della finanza internazionale. E socio porta socio. E' facile che qualcuno che entra ti porti poi qualcun altro».

Intanto nel 2012 Volagratis acquisisce Rumbo, il maggior gruppo spagnolo di viaggi online, nel 2013 il fatturato cresce del 64%, e Cannavale inizia a ricevere proposte per vendere, anche da eDreams. «Però vendere a un concorrente significa distruggere l'azienda che hai creato. Quotarsi significa farcela da soli. La Borsa non sarà il nostro punto di arrivo, ma un punto di partenza. Puntiamo a raccogliere 100 milioni e l'obiettivo è fare acquisizioni per 200 milioni. Il mio sogno? Diventare la più grande azienda di turismo del Sud Europa. Ho le carte in regola per farcela. Abbiamo la gente, la tecnologia, i soldi. Siamo pronti e ci crediamo immensamente. Tutto il gruppo ci crede. Nel frattempo grazie al loro lavoro, i miei manager hanno raddoppiato il valore delle loro azioni, ogni anno».

I consigli d'oro: cosa insegna la sua storia? «Che per fare una startup ci vuole la giusta formazione, l'educational. Primo: bisogna aprirsi la mente fin da giovani. E andare dove c'è il massimo dell'intelligenza e del know how. Entrate nelle grandi banche americane e nelle grandi società di consulenza. Lì troverete competenze e conoscenze che poi vi serviranno. Tutto torna indietro. Secondo: imparate le lingue perfettamente, consiglio ai giovani di fare l'Erasmus e andare all'estero un anno, già in quarta liceo. Terzo: puntate a lavorare a Google, che è la miglior azienda del mondo. Questa esperienza vi aprirà tutte le porte, comprese quelle di Bravofly» conclude Cannavale.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi