«Non è che vado all'estero: scappo dall'Italia». Ecco perché 4 laureati su 10 non ne vogliono sapere di lavorare qui
Prima la fuga, poi il lavoro. Secondo l'Osservatorio Istud 2013-2014, il 41% dei giovani sceglie l'estero come prima opzione. Anche senza un progetto in cantiere
di Alberto Magnani
5. Perché i giovani non vogliono lavorare in Italia / L'Erasmus piace
Un semestre o più all'estero, comunque, aiuta. Erasmus ed esperienze di scambio fanno un buon effetto su curriculum, carattere e colloqui: chi ha studiato o lavorato fuori dalla città o il paese di origine è più intraprendente e consapevole del mercato del lavoro. Gli italiani sono in ritardo rispetto a Europa e States: il 43,8% di giovani di area Gwic dichiara di aver vissuto almeno sei mesi lontano da casa, contro il solo 28,4% dei nostri laureati. Ma c'è da dire che gli italiani, svantaggiati dalle carriere meno internazionali dei genitori, si fanno largo con borse di studio (in testa proprio l'Erasmus) ed esperienze svincolate da contatti e suggerimenti famigliari. Secondo Nastri, i benefici sono almeno due: più appeal agli occhi dei selezionatori, più elasticità nel ragionamento e nella crescita professionale. «Da un lato, esperienze come l'Erasmus aumentano l'appetibilità dei candidati – spiega Nastri - Dall'altro, l'esperienza all'estero, la necessità di caversela all'estero, produce atteggiamenti migliori: ci si dimostra più pronti e più disposti ad accettare i rischi del lavoro. Non a caso, la propensione a rischio è più elevata». Senza contare l'indipendenza da giudizio e presenza dei genitori: la vita fuori casa svincola da un parere molto più vincolante di quanto sembri sulle proprie aspirazioni professionali. «Andare all'estero per 6 mesi impone ai giovani di staccarsi dalla famiglia – evidenzia Nastri - In questa maniera, si favorisce anche lo svincolarsi dalle influenze che la famiglia può produrre sui giovani: il modo di pensare dei giovani è influenzato dei genitori, ma i genitori sono entrati nel mercato del lavoro 30 anni fa! Il loro modo di pensare è separato dalla realtà attuale».
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