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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2014 alle ore 15:52.

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Massimo Sarmi, numero uno di Poste, pensava di aver ipotecato il quarto mandato con l'iniezione da 75 milioni messa in campo per sostenere la ricapitalizzazione di Alitalia. Ma, con l'arrivo del governo Renzi, tutto è tornato in discussione e il nome di Sarmi è stato inserito, con gli altri top manager alla guida delle principali partecipate, tra le probabili uscite. Non a caso, attorno a Poste, ballano diverse ipotesi, inclusa quella di una donna alla guida della società dei recapiti.

Il nome più gettonato nelle ultime ore è quello di Monica Mondardini, numero uno di Cir e del gruppo l'Espresso, ma anche per Poste c'è una pista interna che porta a Bianca Maria Farina, che guida PosteVita e che servirebbe ad assicurare una linea di continuità con la gestione precedente, come lo stesso Sarmi gradirebbe se gli fosse chiesto di fare un passo indietro. Per il vertice del gruppo ha cominciato poi a circolare anche un'altra candidatura "rosa": Emma Marcegaglia, ex numero uno di Confindustria e data in corsa anche per la presidenza di uno dei gruppi chiamati a rinnovare la prima linea.

In campo, però, ci sono anche altri nomi: come Terna, infatti, sembrano crescere le quotazioni dell'attuale direttore generale di Cdp, Matteo Del Fante, che però sembra in vantaggio per l'altra partita, e resta in pista anche la candidatura di Francesco Caio, ex commissario per l'Agenda Digitale che punterebbe a un ruolo da protagonista in questa nuova tornata di nomine. Se una donna non dovesse prevalere per il ruolo di ad, Renzi potrebbe comunque decidere di applicare le quote rosa alla presidenza di Poste, magari con il nome della Grieco, ma non è da escludere comunque una conferma di Giovanni Ialongo.

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