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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2014 alle ore 19:40.
L'ultima modifica è del 15 aprile 2014 alle ore 19:58.

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È iniziata l'offensiva dell'esercito ucraino nell'est del Paese dove da giorni continuano i disordini. Quattro filorussi sono morti ed altri due sono rimasti feriti in un blitz con cui le forze militari di Kiev si sono rimpossessate dell'aeroporto di Kramatorsk, vicino a Sloviank, Ucraina orientale. Poco dopo l'annuncio del presidente a interim Oleksander Turchinov: le forze ucraine hanno ripreso il controllo del campo aereo militare di Kramatorsk.

Non è dunque servito l'avvertimento del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov secondo cui l'Ucraina deve fermare le operazioni delle forze di sicurezza contro i dimostranti filorussi nell'Est del Paese. Lavrov alla notizia delle operazioni nell'Est ha dichiarato: «Mosca è profondamente preoccupata dalle notizie sulle vittime come risultato di una operazione di forza svolta da Kiev nell'est dell'Ucraina».

«Noi condanniamo con forza e domandiamo lo stop delle cosiddette iniziative collegate al dispiegamento delle forze di sicurezza e delle unità dell'esercito, in violazione di tutte le norme della legge ucraina ed internazionale» ha detto il capo della diplomazia russa oggi in visita a Pechino. L'uso della forza nel sud-est ucraino «annullerà l'occasione offerta dalla riunione quadripartita a Ginevra» prevista dopodomani tra Usa, Russia, Ucraina e Ue, aveva affermato Lavrov in Cina: «Non si possono inviare i carri armati e nello stesso tempo tenere un dialogo».

In serata il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon una chiara condanna delle azioni di Kiev. Lo hanno riferito i media russi.

A New York un rapporto pubblicato oggi dall'Ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani riconosce abusi da entrambe le parti, il nuovo governo di Kiev risultato della rivolta di piazza, e i filorussi, anche se in propozioni diverse. «C'è una crisi in Ucraina, che è precipitata con i separatisti pro-Russia. È una situazione pericolosa». Lo ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolineando che non c'è una soluzione militare a questa crisi. Gli Usa sostengono l'operazione armata contro i filorussi lanciata dal governo ucraino nelle regioni separatiste dell'Est del Paese. Secondo Jay Carney, «il governo di Kiev ha la responsabilità della legge e dell'ordine nel Paese. Le provocazioni - ha aggiunto - nell'est hanno creato una situazione a cui il governo deve rispondere».

Ci sono stati attacchi contro la comunità di etnia russa, «non sistematici né diffusi» si legge nel rapporto Onu. «In Ucraina orientale, dove risiede una grande minoranza etnica russa, la situazione rimane particolarmente tesa», osserva il rapporto raccomandando l'adozione immediata di misure «per stabilire fiducia tra governo e popolazione, tra varie comunità, e per rassicurare l'insieme della popolazione in Ucraina sul fatto che le loro principali preoccupazioni saranno affrontate».

Riguardo alla situazione in Crimea, e al referendum del 16 marzo, l'Onu riferisce di «accuse credibili di molestie, arresti arbitrari e torture contro attivisti e giornalisti che non sostenevano il referendum» e della scomparsa di sette persone. Le azioni condotte in Crimea da gruppi paramilitari «sollevano gravi preoccupazioni», si aggiunge chiedendo l'immediato disarmo di tali gruppi come affermato dalle autorità.

Le cause della rivolta
Il rapporto Onu indica tra le cause profonde delle proteste che hanno avuto luogo nel Paese dal novembre 2013 la corruzione, le disuguaglianze economiche, la mancanza di giustizia per le violazioni da parte delle forze di sicurezza e la debolezza dello stato di diritto. L'uso eccessivo della forza da parte delle forze speciali di polizia e altre forze di sicurezza ha portato alla radicalizzazione del movimento di protesta, afferma il rapporto chiedendo l'apertura di un'indagine. Le informazioni raccolte finora indicano che 121 persone sono state uccise nelle violenze tra dicembre 2013 e febbraio 2014, aggiunge l'Onu.
Il rapporto si basa sulle informazioni raccolte nel corso di due missioni in Ucraina dal Vice Segretario Generale per i diritti umani Ivan Simonovic in marzo e da una squadra di osservatori delle Nazioni Unite per i diritti umani. Analizza gli eventi fino al 2 aprile.

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