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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2014 alle ore 07:22.
L'ultima modifica è del 18 aprile 2014 alle ore 07:17.

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È stato il ministro dell'Ambiente Edoardo Ronchi a istituire, nel 1998, la figura del mobility manager all'interno delle aziende e delle istituzioni italiane. Il mobility manager dovrebbe ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti, soprattutto quelli casa-lavoro, con l'obiettivo di ridurre l'utilizzo dell'auto privata e incentivare soluzioni di trasporto a basso impatto ambientale. Va da sé che in questa funzione la bicicletta ha enormi potenzialità, essendo il mezzo di trasporto più veloce per distanze entro i 5 chilometri, vale a dire circa la metà di tutti i trasporti urbani. Nonostante il decreto, però, i progetti relativi alla pianificazione della mobilità aziendale sono ancora pochissimi.

E allora Ciclica, agenzia specializzata nell'ideazione di servizi a due ruote, ha pensato bene di studiare un pacchetto di iniziative da proporre "chiavi in mano". Nasce così l'idea del progetto Cicli Aziendali, vincitore di un finanziamento della Regione Lombardia nel bando Responsabilità Sociale per la Competitività d'Impresa, che prevede non solo l'allestimento di una flotta di biciclette aziendali in base alle esigenze dei dipendenti (pieghevoli per i pendolari, elettriche chi viene da più lontano, ecc.), ma anche un corso di formazione per l'uso e la manutenzione del mezzo e una serie di attività ludiche destinate alle persone coinvolte nel progetto in modo tale da massimizzare l'utilizzo delle due ruote. «Vogliamo rivolgerci alle aziende con una proposta agile e accattivante», spiega Giovanni Morozzo di Ciclica. «Perché il progetto punta a sfruttare le grandi opportunità di una nuova mobilità senza però pesare in termini gestionali e burocratici.

Poi, siccome andare in bicicletta è divertente, il divertimento è anche il presupposto principale di Cicli Aziendali che, per i lavoratori coinvolti, è sostanzialmente un gioco e un modo per tornare un po' bambini. I vantaggi? Sono di natura etica ed economica. Pedalare regolarmente, come sostiene l'Organizzazione mondiale della sanità, previene il rischio di patologie cardiovascolari e ha effetti positivi sulla salute, e quindi anche sulla produttività, per esempio riducendo il numero dei giorni di malattia. Inoltre l'uso della bicicletta consente al lavoratore di spendere meno soldi per recarsi al lavoro e, allo stesso tempo, permette all'azienda di abbassare i costi ambientali delle proprie attività».

Parte integrante del progetto Cicli Aziendali è il sito internet dedicato alla condivisione dei dati di ciascun lavoratore, tipicamente il tempo trascorso in sella, ma anche il numero di chilometri percorsi (da cui è possibile ricavare anche la quantità di anidride carbonica risparmiata), terreno fertile su cui coltivare quel pizzico di competizione, indispensabile per la buona riuscita di un'iniziativa del genere. La prima realtà a sperimentare Cicli Aziendali è stata la casa editrice milanese Terre di mezzo: i suoi venti dipendenti, in circa sei mesi di pedalate, hanno macinato oltre tre mila chilometri, bruciato 32 mila calorie e abbuonato alla città di Milano quasi 500 chilogrammi di Co2.

ciclo-In Italia, però, ci sono aziende che una ciclo-flotta ce l'hanno già. Una di queste è Salewa, marchio di abbigliamento e attrezzatura outdoor, che della responsabilità sociale ha fatto una vera e propria bandiera come dimostra il quartiere generale di Bolzano progettato per il massimo risparmio energetico. Infatti fuori dall'azienda e presso la stazione ferroviaria, che si trova a circa un chilometro dalla sede, sono depositate alcune biciclette a disposizione dei dipendenti che le possono usare non solo per raggiungere il posto di lavoro ma anche per eventuali spostamenti privati durante la giornata.

In questa direzione, anche se ha scelto una modalità diversa, si è mossa anche la Fater di Pescara, joint venture tra Angelini e Procter&Gamble, nota per alcuni brand come Lines, Pampers e Infasil. L'azienda abruzzese, in collaborazione con il costruttore di ebike A2B, ha sostenuto 320 dei suoi quasi mille dipendenti nell'acquisto di una bicicletta elettrica, permettendo loro di pagarla in 14 rate senza interessi con una trattenuta in busta paga. Inoltre, all'interno del proprio stabilimento, Fater ha messo a disposizione dei biker una stazione con 24 punti di ricarica e una piattaforma informatica in grado di calcolare le percorrenze totali e, quindi, i risparmi energetici e ambientali che la flotta genera.

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