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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2014 alle ore 15:37.
L'ultima modifica è del 16 aprile 2014 alle ore 15:38.

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In queste settimane, la tensione internazionale altissima fra Russia e Ucraina sta diventando anche censura, segnali deboli che messi insieme compongono un quadro poco rassicurante così simile ai metodi dell'Unione sovietica tanto rimpianta dal nostalgico Putin. Mentre alcuni parlamentari della Duma decidono che sarebbe pure ora di processare Gorbaciov perché «sfasciò l'Urss» si susseguono notizie di censure da Mosca.

Cipollino non fa più la rivoluzione
Anche Gianni Rodari, uno degli scrittori più popolari in Urss, rischia di diventare vittima della campagna di censure e autocensure, e della psicosi da Maidan, seguita all'annessione russa della Crimea, lo ha denunciato la blogosfera russa dopo aver scoperto che il teatro della Taganka, creato dal leggendario Iuri Liubimov come trincea del dissenso in campo artistico, ha cambiato il finale di Cipollino, celebre romanzo rivoluzionario per bambini scritto da Rodari nel 1951: la conclusione non è più la rivoluzione (non violenta) dei buoni, guidati da Cipollino, contro il tirannico principe Limone e le regole insensate del suo regno, ma una supplica che commuove il nobile inducendolo a emanare decreti per migliorare la vita dei suoi sudditi, restando al governo del suo giardino.

È stata la stessa regista, Iekaterina Koroliova, a spiegare quella che appare una zelante autocensura, dettata dallo spettro del Maidan: «Abbiamo lasciato i temi sociali, ma io ho una paura terribile di tutte le rivoluzioni, e perciò la rivolta avviene solo nelle teste dei protagonisti. Essi comprendono che la cosa più importante è il rispetto verso l'individuo, indipendentemente dalla ricchezza o dal potere. I bambini dovrebbero comprendere questa tesi". Il Cremlino la capisce benissimo, il comunista Rodari invece, verosimilmente, non la condividerebbe per nulla.

Libri sciolastici poco patriottici?
In Russia intanto si è aperta una discussione anche sui manuali scolastici che ricorrono per i loro esempi a personaggi di autori stranieri, come Rodari, i fratelli Grimm e Perrault: gli esperti consultati dal ministero dell'istruzione ritengono che non contribuiscano a educare secondo la giusta visione patriottica. Nel manuale di matematica di Liudmila Peterson, ad esempio, i problemi sono illustrati con le melanzane, verdura praticamente sconosciuta per molti bambini russi: meglio quindi le patate o i cavoli».

Cancellata l'aria con la parola Kiev
Un'aria dell'opera «Ruslan e Lydmila» del compositore russo Mikhail Glinka è stata cancellata all'ultimo minuto dal programma del concerto per le «Giornate del patrimonio storico e culturale di Mosca», perché conteneva le parole «Kiev» - fra l'altro una delle antiche capitali della Russia - e «Dnepr» (il fiume che bagna la capitale ucraina).

A denunciare la censura delle autorità russe è la presidente della Fondazione Mikael Tariverdiev, Vera Tariverdieva, incaricata di presentare alcuni numeri musicali per l'evento. Il programma, a suo dire, era stato approvato già due settimane fa, ma oggi il rappresentante del Dipartimento per la cultura di Mosca ha cancellato l'aria di Lyudmila, perché nel testo si citano Kiev e il Dnepr. L'amministrazione comunale ha ammesso che il pezzo é stato eliminato dall'evento, ma ha negato che dietro la decisione vi siano motivazioni politiche, senza però fornire ulteriori spiegazioni, come riporta la radio Eco di Mosca.

I russi senza più Voice of America
Un settimana fa, infine, una ripicca verso l'America che lascia pochi dubbi sulle motivazioni. Dmitri Kisiliov, neo direttore dell'agenzia Russia Oggi oggetto delle sanzioni Usa per l'annessione russa della Crimea, ha annunciato che Mosca interrompe la diffusione delle trasmissioni della radio Voice of America. «Non abbiamo intenzione di cooperare», ha scritto Kisiliov in risposta alla richiesta di proroga del contratto da parte del broadcasting board of Governors, agenzia governativa indipendente responsabile per tutti i mezzi di comunicazione non militari finanziati dagli Usa.

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