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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2014 alle ore 13:55.
L'ultima modifica è del 16 aprile 2014 alle ore 21:01.

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Le commissioni Bilancio della Camera e del Senato hanno dato parere favorevole al Documento di economia e finanza 2014. Il Documento sarà da domani all'esame dell'Aula di Montecitorio. Le votazioni saranno due: una a maggioranza assoluta sul rinvio del pareggio di bilancio, l'altra a maggioranza semplice sul Def. In risposta ad una sollecitazione di Fi, secondo quanto riferito dal presidente della Commissione bilancio della Camera Francesco Boccia (Pd), il governo si è impegnato a trasmettere al Parlamento la lettera inviata alla Commissione Ue con la quale si informa Bruxelles del rinvio del pareggio.

Fare attenzione al rischio di una restrizione del credito a imprese e famiglie legato all'annunciato aumento dell'imposta sostitutiva sulle banche per la rivalutazione delle quote di Bankitalia. Garantire al bonus Irpef da 80 euro mensili in busta paga una fisionomia strutturale. Non dimenticare i nodi pensioni, esodati in primis, e liberalizzazioni. Dare maggiore forza alla spending review ma anche accelerare il più possibile sull'agenda digitale. Sarà intenso il pressing sul Governo, a suon si sollecitazioni e inviti dall'opposizione ma anche dalla stessa maggioranza, nella rapida partita parlamentare sul Def.

Il vincolo del via libera a maggioranza assoluta
Al termine di una tour a tappe forzate nelle commissioni parlamentari, il confronto si dovrebbe concludere domani con il voto delle Aule di Camera e Senato, necessario non solo per dare l'ok all'operazione taglia-cuneo fiscale, attesa con il decreto annunciato per venerdì prossimo, ma soprattutto per approvare la deroga al rientro del deficit formalmente chiesta dal Governo a Bruxelles. Un passaggio non semplice per il Governo visto (come prevede l'articolo 81 della Costituzione) il vincolo del via libera a maggioranza assoluta per la Camera come per il Senato, dove l'Esecutivo deve fare i conti con i numeri "stretti" della sua maggioranza.

Approvazione non a rischio
L'ok al Def non sembra in discussione. Ma il Governo sarà sicuramente incalzato dai partiti e dalla stesse commissioni parlamentari chiamate a emettere i pareri di merito. Secondo il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, il Def non può essere approvato nell'attuale versione perché «presenta quantificazioni errate e incoerenti dei saldi di finanza pubblica». Anche il M5S è critico con il Documento di economia e finanza. E dallo stesso Pd si spinge perché il Governo si faccia carico subito della questione-previdenza dando una soluzione immediata ai nodi "esodati" e "quota 96" nella scuola. Un tema che va affrontato anche per il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd). Che auspica anche che l'Esecutivo fornisca garanzie adeguate sul varo di un intervento strutturale, ovvero in via permanente, del bonus Irpef da 80 euro per i lavoratori dipendenti e delle agevolazioni per gli incapienti destinate ad essere estese a colf e badanti.

Spending review, rafforzamento necessario
Altra questione calda è quella della spending review che secondo molti gruppi parlamentari va rafforzata. Una spending review che, almeno in termini di possibilità di centrare gli obiettivi programmatici a partire dal 2015, ha suscitato più di una perplessità anche da parte della Banca d'Italia. A muovere critiche al Def è soprattutto Forza Italia. Per Anna Cinzia Bonfrisco, capogruppo di Fi in commissione Bilancio al Senato «Fmi, Banca d'Italia e Corte dei Conti hanno ampiamente evidenziato le preoccupanti criticità del Def che Renzi vuole nascondere: non ci sono le coperture al previsto taglio dell'Irpef, quell'ipotetico taglio vale sole per la categoria dei dipendenti con redditi tra gli 8 e i 25mila ma non vale per il lavoro autonomo che è il più esposto alla durezza della crisi». Bonfrisco aggiunge che «nulla di tutto ciò è strutturale e questo gigantesco spot elettorale produce un aumento della pressione fiscale che deprimerà ulteriormente l'economia» e afferma che «i tagli alla spesa restano una chimera e nemmeno il ministro Padoan è riuscito a comunicare dati precisi».

Il cambio di passo sollecitato da Lanzillotta (Sc)
Non è escluso che per arginare questo pressing dai "renziani" della prima ora arrivi in giornata una difesa ufficiale del Def varato dal Governo. Inviti a migliorare il Documento di economia e finanza sono destinati ad arrivare da Scelta civica. Ad anticiparli è il vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta, che, pur definendo condivisibile il Def, chiede un cambio di passo su riforma del mercato del lavoro, liberalizzazioni e agenda digitale.

Attenzione alla restrizione del credito bancario
Intanto già di prima mattina è arrivato il parere favorevole della commissione Finanze della Camera che però mette in guardia dai rischi di restrizione del credito bancario alle imprese, e invita a valutare attentamente la norma, legato all'aggravio di tassazione sulle rendite finanziarie a copertura degli interventi su cuneo fiscale e Irap. Secondo la commissione per trovare le risorse da destinare alla ripresa si dovrebbe guardare alla revisione delle tax expenditures «ingiustificate, obsolete, ovvero duplicate, nonché dei trasferimenti alle imprese». Ed è probabile che nel corso della giornata anche dalle altre Commissioni parlamentari arrivino critiche e dubbi sul Def.

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