Roncalli e Wojtyla, due papi santi

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Notizie ItaliaEcco come si proclama un santo. I casi Roncalli e Wojtyla

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Ecco come si proclama un santo. I casi Roncalli e Wojtyla

Il processo di canonizzazione ha una durata variabile di parecchi anni, ma può arrivare anche a secoli. Segue solitamente due procedure, a seconda che il defunto da canonizzare sia morto di morte naturale o sia stato ucciso come martire. Per un martire la procedura è in qualche modo semplificata, perché il martirio in sé è già per la Chiesa una prova di santità. È stato proprio Giovanni Paolo II ad allargare il concetto di martirio, non confinandolo solo a coloro che sono stati uccisi in odio alla fede ma estendendolo a coloro che hanno testimoniato l'amore donativo in senso eroico.

Il processo di canonizzazione ha solitamente origine dalle persone che hanno vissuto con il potenziale santo, che ne conoscono l'operato e lo stile di vita e che ne promuovono l'apertura della causa presso il vescovo diocesano. Chi materialmente presenta la domanda viene detto "postulatore". Se la Santa Sede lo ritiene affidabile, diviene la persona di riferimento per la Congregazione per le Cause dei Santi. L'inchiesta non può iniziare se non sono trascorsi almeno 5 anni dalla morte, a meno che il papa in persona non voglia autorizzare una eccezione (cosa che è successa per la causa di Giovanni Paolo II). La Congregazione per le Cause dei santi valuta la richiesta del vescovo e risponde con un nulla osta, autorizzandolo a procedere. Da questo punto in poi il potenziale santo viene detto " Servo di Dio".

Si procede, quindi, intervistando quante più persone possibili, valutando documenti e testimonianze per capire se, tra quanti lo hanno conosciuto, ci sia una cosiddetta "fama di santità". Se, durante la vita del "candidato" sono avvenuti episodi inspiegabili che possano essere ritenuti miracoli, questi verranno verificati e segnalati. Ne deriva una raccolta di documenti che viene inviata a Roma. La Congregazione per le Cause dei santi controlla che la raccolta del materiale sia avvenuta in modo corretto, quindi nomina un Relatore della causa che guiderà l'organizzazione del materiale nella "Positio super virtutibus" del Servo di Dio. Nel 1587 venne istituita una figura, contrapposta al relatore, di pubblico ministero (chiamato popolarmente l' avvocato del diavolo) che in questa fase cerca soprattutto con grandissimo scrupolo le prove contro la santità del candidato: errori nella dottrina della Fede, disobbedienze alla Chiesa, comportamenti palesemente o occultamente peccaminosi o viziosi; questa figura è stata poi soppressa nel 1983 da parte di papa Giovanni Paolo II per snellire il processo di canonizzazione.

A questo punto si organizza una commissione di 9 teologi per l'esame della Positio: se questi danno parere favorevole si ha una riunione di cardinali e vescovi della Congregazione per le Cause dei santi, terminata la quale il papa autorizza la lettura del decreto ufficiale sull' eroicità delle virtù del Servo di Dio. Questi d'ora in poi viene chiamato "venerabile".

La fase successiva è la Dichiarazione di beatificazione, per arrivare alla quale deve essere riconosciuto un miracolo attribuito all'intercessione del venerabile. Qualcuno deve aver pregato la persona e questa deve aver "risposto" venendo in soccorso con un evento inspiegabile e "prodigioso": questo viene ritenuto dalla Chiesa segno inequivocabile che la persona è in Paradiso e di là può e vuole soccorrere i vivi. La cautela in questa fase è ancora maggiore. Tra gli episodi a cui la Chiesa cattolica più frequentemente attribuisce carattere miracoloso vi sono: l'incorruttibilità del corpo dopo la morte (è il caso di Santa Caterina da Siena); la "liquefazione del sangue" durante occasioni particolari (san Gennaro); "l'odore di santità": il corpo emanerebbe profumo di fiori, anziché il consueto odore di morte (santa Teresa d'Avila). Tuttavia il miracolo che si verificherebbe più spesso è una guarigione da malattia grave. Questa deve essere istantanea, senza alcuna spiegazione medica plausibile, definitiva e totale.

La Positio sul miracolo viene quindi esaminata da 5 medici: se questi dichiarano di non sapere dare spiegazione razionale e scientifica dell'avvenimento, si configura la possibilità di ritenerla miracolo. L'avvenuto viene valutato da 7 teologi, quindi da vescovi e cardinali.

Terminate queste riunioni il papa proclama il venerabile beato o beata in una celebrazione solenne, quindi stabilisce una data della memoria nel calendario liturgico locale o della famiglia religiosa cui il beato apparteneva. Se viene riconosciuto un altro miracolo, a seguito di una valutazione che ha lo stesso iter e la stessa severità del primo, il beato viene dichiarato santo e la sua venerazione viene autorizzata universalmente.

La causa di Giovanni XXIII
Il caso di Giovanni XXIII rappresenta un'eccezione nell'iter di canonizzazione di un beato. Papa Francesco ha infatti dispensato il suo predecessore dal processo relativo a un secondo miracolo, dopo quello che aveva portato alla beatificazione del 2000 (e cioè la grazia concessa a suor Caterina Capitani, guarita inspiegabilmente il 25 maggio 1966 dalle conseguenze di una grave emorragia dopo che, oltre un anno prima, era stata sottoposta ad una resezione gastrica quasi totale). Bergoglio ha deciso questa dispensa essendo molto radicata e diffusa la fama della santità di Roncalli: a Sotto il Monte, ad esempio, nella casa natale, una stanza intera è colma di fiocchi rosa e azzurri inviati da coppie ritenute sterili che hanno avuto la gioia di un figlio dopo aver invocato il "papa buono". Certamente la convocazione del Concilio Vaticano II ha una sua parte importante nella decisione di papa Francesco, così come la capacità di Roncalli di operare efficacemente per la pace e il dialogo tra le nazioni, tra il nord e il sud del mondo, tra l'occidente e l'oriente comunista.

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