Notizie ItaliaIl coraggio dei Papi e la sfida di Bergoglio sulla famiglia
Il coraggio dei Papi e la sfida di Bergoglio sulla famiglia
commento di Carlo Marroni | 27 aprile 2014
Il passaggio più forte legato direttamente al suo pontificato è quando ha richiamato i temi legati alla famiglia. Nella sua omelia Papa Francesco, ha parlato di famiglia e di misericordia - l'altro punto decisivo della sua pastorale - mettendo sul piatto dell'evento religioso forse più significativo dalla sua elezione - che ha visto per la prima volta nella storia una celebrata da due papi che canonizzano altri due papi - il programma che ha tracciato per la Chiesa. Infatti Bergoglio ha ricordato Giovanni Paolo II come «il Papa della famiglia» e Giovanni XXIII come «il Papa della docilità dello spirito» e ha concluso l'omelia auspicando che Wojtyla e Roncalli «intercedano per la Chiesa» affinché, in vista dei due sinodi sulla famiglia che egli ha convocato per ottobre di quest'anno e per l'anno prossimo, «sia docile allo Spirito Santo nel servizio pastorale alla famiglia», e perché i fedeli imparino da questi esempi «a non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che sempre spera, sempre perdona, perché sempre ama».
Il richiamo al Sinodo straordinario sulla famiglia convocato per ottobre di quest'anno e per quello ordinario del 2015 rappresentano una tappa fondamentale nel suo percorso di riforma, che quindi dalle strutture della Curia (di cui si parlerà di nuovo da domani e per tre giorni con il C-8 dei cardinali) si allarga a temi pastorali e dottrinali che provocano non poche frizioni tra le alte gerarchie per le diverse visioni, a partire dai divorziati risposati, tema-chiave molto sentito dalla base dei cattolici specie in occidente.
E a questi passaggi (ma non solo) cruciali che attendono la Chiesa si allaccia l'altro passaggio dell'omelia, quando ha ricordato i due papi santi come uomini del XX secolo che ebbero uno straordinario coraggio per affrontare le tragedie del loro tempo. Ma non solo. La Chiesa prima di essere un ordinamento gerarchico è una comunità, ha detto il papa argentino: «E questa è l'immagine di Chiesa che il Concilio Vaticano II ha tenuto davanti a sé. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli. Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa. Nella convocazione del Concilio san Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata, guidata dallo Spirito».