Unione bancaria: quanto rischia chi detiene azioni, obbligazioni o un semplice conto corrente
Con l'unione bancaria europea cambiano anche le tutele nei confronti di risparmiatori, investitori e correntisti. Se una banca avrà bisogno di aiuti saranno i privati e non gli Stati ad essere coinvolti in prima battuta. Ecco in che modo
di Vito Lops e Morya Longo
6. Unione bancaria, quanto rischiano investitori e risparmiatori / Le tappe dell'attuazione

Prima del passaggio del bail-out (sistema sperimentato nell'ultima crisi con i salvataggi bancari in capo agli Stati) al bail-in (salvataggio interno, quindi che coinvolge in prima battuta gli investitori privati agganciati all'istituto coinvolto) ci vorranno circa due anni. Fino al 2016, se default bancari ci saranno, verranno affrontati e gestiti in "casa", dalle regole nazionali in vigore. Dopo di che si agirà secondo regole comuni che, secondo una precisa gerarchia, chiameranno in causa come visto i privati, cioè azionisti e creditori, fino a coprire fino all'8% delle passività della banca.
Esaurito il bail-in, il meccanismo di risoluzione unico (Srm) prevede che si possa ricorrere al Fondo europeo, finanziato con i contributi delle banche secondo una chiave ancora da decidere: potrà coprire fino al 5% delle perdite. Se l'intervento si rivelasse insufficiente, entreranno in campo a sostegno anche i fondi pubblici nazionali. Il Fondo a regime, cioè nel 2024, disporrà di 55 miliardi. Secondo alcuni potrebbero essere pochi, soprattutto se dovesse riverificarsi una crisi di proporzioni simili a quelle dell'ultima (quando i governi hanno sostenuto le banche con quasi 600 miliardi versati e mobilitando garanzie per 4.300 miliardi). Ma ovviamente molto dipende dagli attivi della banca in difficoltà e, di conseguenza da quanto varrà nei fatti quel tetto dell'8% che coinvolge i privati.
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