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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 06:37.

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POMPEI
Il primo passo sarà «una convenzione tipo che faccia da modello per le partnership con i privati» che intendono effettuare «erogazioni liberali per il nostro straordinario patrimonio artistico». Un testo di riferimento, articolato intorno a meccanismi virtuosi con specifici «sgravi fiscali», cui si potrebbe arrivare già nelle prossime settimane. Successivamente si potrà mettere mano a una più generale «ridefinizione del quadro normativo sulle sponsorizzazioni», allo stato attuale appesantito dai meccanismi burocratici delle gare che fanno scappare i mecenati.
Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini vuole trasmettere un messaggio preciso: «È finito il tempo dell'ideologia. Sì all'apporto dei privati purché venga regolato e, soprattutto, sia inteso non in sostituzione, ma a integrazione dei fondi pubblici. Il modello resta quello dell'Herculaneum Conservation Project finanziato da Packard che ha fatto molto bene a Ercolano». Il messaggio arriva da Pompei, dove ieri ha presieduto alla riapertura al pubblico delle domus di Trittolemo, Romolo e Remo e Frontone, accompagnato dal direttore generale del Grande progetto Giovanni Nistri e dal soprintendente Massimo Osanna con cui si è intrattenuto in un briefing. Esordisce come la Merkel, facendo la fila per pagare, per sé e per i quattro uomini del suo staff, il biglietto d'ingresso, quindi va all'Auditorium per motivare i dipendenti: «Quella delle riaperture pasquali è un'occasione da non sprecare. Finora ho aspettato a venire a Pompei: non mi piacciono le vetrine. Stavolta però c'è qualcosa d'importante da comunicare». L'accordo in essere con i sindacati garantisce fruibilità delle case in questione fino all'1 maggio, poi toccherà perfezionare l'intesa sui "mancati riposi" dei custodi in attesa dell'arrivo dei 30 addetti a tempo determinato di Ales, società in house del Mibact. Terreno sul quale le sigle non faranno sconti. Intanto il ministro invia un messaggio a Bruxelles, in riferimento alla spesa dei 105 milioni del Grande progetto cofinanziato dall'Ue che procede a rilento (al momento sono stati impegnati solo 40 milioni, il termine ultimo per spendere è giugno 2015): «C'è terreno da recuperare, ci sono scadenze ma il nostro impegno è lavorare rispettando i tempi. Ho incontrato qualche settimana fa il commissario Ue e ne abbiamo discusso. Non sarà facile, ma lavoriamo mettendo tutta la nostra volontà anche se non abbiamo la bacchetta magica».
Nei corridoi del Collegio Romano c'è però già chi scommette su una proroga. Quanto alla controversa costituzione della task force di Nistri, dopo le dimissioni del vice dg Fabrizio Magani che intende tornare a operare in Abruzzo, Franceschini spiega: «Pompei e l'Aquila non si possono gestire a scavalco. Magani si trasferirà all'Aquila contestualmente alla nomina del successore».
@MrPriscus
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