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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 06:37.

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Quasi 340 "azioni" per descrivere come saranno impiegati nei prossimi sette anni i 31,2 miliardi di euro di fondi strutturali (Fondo per lo sviluppo regionale e Fondo sociale) assegnati all'Italia nella programmazione europea 2014-2020, più i 10,5 miliardi del Feasr (destinato all'agricoltura e allo sviluppo rurale). In tutto 41 miliardi e mezzo a cui si aggiungerà un importo analogo di cofinanziamento nazionale. L'accordo di partenariato, con cui ciascuno stato membro si impegna con la Ue sulla spesa delle risorse comunitarie, è pronto per essere inviato a Bruxelles. Il termine scade martedì prossimo, ma con l'esame del Cipe, previsto oggi, il faticoso iter preparatorio dovrebbe chiudersi con qualche giorno d'anticipo.
Gli ultimi ritocchi riguardano la distribuzione tra i piani operativi nazionali (Pon) e quelli regionali (Por): Sicilia, Calabria e Campania in Conferenza Stato-Regioni hanno chiesto qualche modifica che ha costretto a rivedere il quadro finanziario presentata a dicembre 2013 dall'ex ministro Carlo Trigilia. Nella sostanza, però, questi aggiustamenti non modificano la strategia impostata dal precedente governo: concentrare le risorse sull'innovazione, sulla ricerca e sul sostegno alle Piccole e medie imprese. Questi primi tre obiettivi tematici (in tutto sono 11) assorbono circa un terzo delle risorse europee e sono stati "declinati" in 51 azioni diverse, finanziabili quasi tutte con il Fondo per lo sviluppo regionale e in qualche caso con il Feasr.
Più del 90% delle risorse del Fse è concentrato sugli obiettivi tematici 8, 9 e 10 che riguardano l'occupazione, l'inclusione sociale, l'istruzione e la formazione. Compresi anche i fondi Fesr e Feasr, si superano i 12 miliardi di euro.
La grossa novità rispetto alla vecchia programmazione è rappresentata dalla limitata dotazione di risorse per le infrastrutture (1,7 miliardi) dedicati soprattutto al completamento di opere già esistenti, all'intermodalità, alle aree interne e all'ottimizzazione del traffico aereo.
L'Italia, dunque, sembra essersi adeguata alla linea della Commissione, "meno strade e più ricerca". È stato ampiamente disatteso, invece, lo slogan "100 idee per lo sviluppo" con cui Bruxelles aveva cercato di spingere verso la "concentrazione tematica" per evitare la frammentazione dei programmi e l'infruttuosa dispersione a pioggia delle risorse. Rispetto alla primissima bozza che prevedeva ben 450 "azioni" è stato fatto un passo avanti, ma i livelli considerati ottimali dai più stretti collaboratori del commissario Johannes Hahn sono ancora lontani. «Se dentro ci sono cose intelligenti, va bene lo stesso» avvertono comunque in Commissione, dove molta attenzione dedicheranno al "rafforzamento della capacità amministrativa" per la quale avevano chiesto un sensibile aumento dei 600 milioni previsti. Richiesta soddisfatta dal Dipartimento sviluppo e coesione dirottando risorse dall'obiettivo 3 (competitività delle Pmi) che resta comunque quello con la dotazione più rilevante. Infine, è stata aumentata la dotazione per i servizi ambientali (acqua e rifiuti) al Sud.
@chigiu
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