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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 06:36.

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ROMA
Di ora in ora il rebus sulle coperture del decreto sul cuneo si avvia alla soluzione. Nel menù che i tecnici del governo stanno mettendo a punto in vista del Consiglio dei ministri odierno la portata principale resta la spending review con i circa 4,5 miliardi di risparmi attesi da una serie di misure: mini-stretta su beni e servizi, riduzione delle auto blu, tetto alle consulenze, contenimento dell'illuminazione pubblica, potatura ai bilanci di Palazzo Chigi e Farnesina, tagli agli incentivi, revisione del programma F-35 e delle sedi Rai regionali, digitalizzazione degli appalti pubblici e giro di vite su sanità, enti locali, organi costituzionali e (novità dell'ultim'ora) enti previdenziali. A cui si aggiungono la "sovrattassa" sulle banche da circa 1 miliardo, l'aumento dell'imposta sulle rendite finanziarie, i 400 milioni chiesti al comparto agricolo e i 300 milioni aggiuntivi attesi dalla lotta all'evasione. Un mix di soluzioni strutturali e incassi una tantum con cui il premier Matteo Renzi finanzierà l'aumento delle detrazioni Irpef per i redditi fino a 28mila euro e la sforbiciata dal 3,9 al 3,5% dell'Irap sulle aziende.
La bozza del dl circolata ieri conferma gran parte delle scelte già contenute in quella di martedì e anticipate su questo giornale. Con un elemento in più: l'indicazione del valore atteso da alcuni degli interventi messi in campo. Ad esempio dalla stretta sui beni e servizi dei dicasteri sono cifrati risparmi per 200 milioni nel 2014 e 300 nel 2015. A cui si arriverà soprattutto grazie al taglio secco del 5% per gli importi dei contratti di acquisto «in essere» di beni e servizi (che varrà però per tutta la Pa inclusi enti pubblici e società interamente partecipate) e al nuovo sistema di controlli dell'Authority sui contratti pubblici sulle convenzioni, comprese quelle degli enti locali e delle Regioni con parametri lontani da quelli della Consip.
Oltre all'intervento sulle retribuzioni incentrato sui quattro nuovi tetti per gli stipendi dei dirigenti e dipendenti e al sacrificio chiesto a sanità ed enti locali (su cui si vedano altri articoli in pagina), il puzzle dei tagli per le amministrazioni pubbliche passa poi per una riduzione del 70% della spesa per le auto di servizio sostenuta nel 2011 e per uno stop alle consulenze negli enti dove l'esborso ha superato dello 0,4% quella del personale contrattualizzato. Senza dimenticare l'invito a contenere i costi per l'illuminazione pubblica e la stretta sugli organi costituzionali. Il Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama dovrebbero infatti essere chiamati a ridurre le loro spese di 51 milioni quest'anno e 135 il prossimo.
Tra le altre conferme spiccano la riduzione di 20 milioni al bilancio della Presidenza del Consiglio, la stretta da 67 milioni su patronati e Caf, e la chiusura del Pra che ne vale circa 60. Restando ai ministeri degna di nota è poi la richiesta di ridurre le indennità del 20% per Gabinetti e uffici di diretta collaborazione e la decurtazione da 500 milioni alla Difesa. Che molto probabilmente porterà alla revisione del programma di acquisto degli F-35.
Un accenno lo meritano infine due novità dell'ultim'ora. Per una al momento c'è solo il titolo: «Riorganizzazione delle sedi regionali Rai»; per l'altra c'è già un indirizzo di massima: un nuovo taglio lineare del 5% sulle spese di funzionamento di Inps e Inail, pari a 150 milioni per il primo e 30-40 per il secondo.
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