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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2014 alle ore 14:38.
L'ultima modifica è del 19 aprile 2014 alle ore 14:40.

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Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha aperto la conferenza di "The Economist" a Tokyo in modo curioso, citando due copertine del periodico britannico: una del 1998, sulla «sconcertante capacità del Giappone di deludere», e una dell'anno scorso che rappresenta lui , Abe , ironicamente, come un Superman che vola nei cieli. Gli investitori dei mercati finanziari lo attendono al varco delle promesse riforme sistemiche dell'economia (la cosiddetta "terza freccia" dell'Abenomics, dopo la politica monetaria ultra-espansiva e la flessibilità fiscale): relativamente delusi, hanno determinato un calo di oltre il 10% della Borsa giapponese dall'inizio dell'anno, dopo il balzo del Nikkei del 57% nel corso del 2013.

Abe ha promesso che farà le incisive riforme attese dalla comunità finanziaria e che accelererà sui negoziati di liberalizzazione commerciale con Stati Uniti ed Europa (dopo aver concluso alcuni giorni fa un accordo di principio per l'intesa di libero scambio con l'Australia). I trattati di liberalizzazione commerciale sono considerati cruciali da vari esperti anche per gli effetti che avranno sulla spinta alle riforme interne. Già settimana prossima si potrà constatare, nel corso della visita a Tokyo del presidente Usa Barack Obama, se il Giappone sarà in grado di annunciare o no una svolta nelle difficili trattative per la Trans-Pacific Partnership.

Gli investitori si attendono anche un taglio alla corporate tax nel piano di riforme che sarà annunciato a giugno. Jesper Koll, analista di JP Morgan, ha sottolineato l'importanza del fatto stesso che le riforme dell'economia siano sul tappeto - anche se vari investitori ritengono quantomeno lento il ritmo del cambiamento - mettendo a confronto Giappone ed Europa, dove ad esempio non si parla affatto di riformare i meccanismi dell'agricoltura più inefficienti del mondo. Un fatto positivo per gli investitori impazienti sul passo delle riforme, secondo Koll, è che comunque l'equity giapponese tratti oggi a sconto su quello americano per la prima volta da trent'anni. Se pure il maggior supporto al Nikkei potrà venire da un ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della banca centrale, a offrire un sostegno alla Borsa giapponese dovrebbe essere il cambiamento della strategie di investimenti del più grande fondo pensioni del mondo, il Gpif (fondo dei dipendenti pubblici giapponese), con meno bond e più azioni: lo ha sottolineato il professor Takatoshi Ito, che è stato consulente parlamentare per questa riforma. Ala Conferenza, Abe ha escluso che sarà lui il premier nel 2020, anno delle Olimpiadi di Tokyo: «Guarderò le competizioni dagli spalti, come un cittadino qualsiasi. Certo dobbiamo agire ora per fare in modo che tutto vada per il meglio e che i Giochi siano un grande successo».

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