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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2014 alle ore 19:57.
L'ultima modifica è del 22 aprile 2014 alle ore 07:30.

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Una maratona per ricordare e dimenticare. Per riconquistare la normalità parsa perduta un anno fa, quando il 5 aprile 2013 due bombe esplosero al traguardo della Boston Marathon, la più antica degli Stati Uniti, mietendo tre morti e oltre 260 feriti. Il tragico bilancio dell'attentato concepito da due fratelli di origine cecena, Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, motivati da ideologie islamiche radicali e dalle guerre in Afghanistan e Iraq, che riportarono l'ombra e il trauma del terrorismo, domestico e internazionale, sul Paese.

La maratona del primo anniversario, corsa oggi, si è conclusa come meglio non poteva per cercare di sanare quelle ferite. Ha vinto la gara maschile - per la prima volta in 31 anni, dal 1983 quando vinse il favorito locale Greg Meyer - un atleta statunitense, Meb Keflezighi. Ha battuto un folto plotone abituato a dominare la gara, che comprende campioni kenioti e etiopi. Una corsa, che ha visto anche la gara femminile e quelle dei disabili, cominciata questa mattina alle 8,50 per i primi dei 36.000 corridori iscritti, 9.000 più dell'anno scorso.
Partita dalle campagne di Hopkinton e che per 26,1 miglia si è snodata tra otto comuni del Massachusetts circondata da ali di pubblico entusiasta - è stato stimato un milione di spettatori, il doppio del 2013 - fino ad arrivare nel cuore di Boston, a Copley Square. Alla fine, accanto a Keflezighi che ha corso in 2 ore, 8 muniti e 37 secondi, ha trionfato tra le donne Rita Yeptoo del Kenya coronando la sua terza vittoria e seconda consecutiva, nonché l'anniversario della tragedia, con un nuovo record di 2 ore, 18 minuti e 57 secondi. Kesfezighi stesso, 38 anni, è nato in Eritrea ma si è trasferito negli Stati Uniti da quando aveva 12 anni.

I ricordi della tragedia passata non sono mancati. In cinquemila erano gli atleti di ritorno per una ragione particolare: avevano corso anche l'anno scorso senza mai poter terminare. E, a protezione dell'evento, erano state mobilitate migliaia di poliziotti, 3.500 per l'esattezza, a loro volta il doppio dell'anno scorso. Erano state installate centinaia di telecamere e introdotti severi controlli e limiti agli zaini - dove un anno fa erano stati nascosti gli esplosivi - e ad altri oggetti che il pubblico assiepato lungo il percorso e all'arrivo poteva portare con sè. Ma la corsa del riscatto, alla fine, ha tagliato il traguardo.

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