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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2014 alle ore 17:48.
L'ultima modifica è del 22 aprile 2014 alle ore 23:05.

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Quaranta miliardi di euro. Una cifra «calcolata per difetto», secondo il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, e che sarebbe appena sufficiente per mettere in sicurezza il territorio italiano dal punto di vista idrogeologico. L'allarme lanciato da Gabrielli a Courmayeur - durante un sopralluogo nella zona interessata dalla frana del Monte di La Saxe - arriva nella "Giornata della terra". Ricorre oggi infatti l'anniversario dell'Earth Day che si celebra in tutto il monto.

Un'emergenza immediata, quella della salvaguardia del pianeta, e non «un problema da scaricare irresponsabilmente sulle future generazioni», come ricorda il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. E in un mondo «che continua a "consumare" risorse naturali che non sono infinite», osserva il ministro, l'Earth Day «ci aiuta ad accendere un faro su ciò che è stato fatto, di giusto e di sbagliato, ma soprattutto sulla lunga strada che si deve percorrere».

Anche Gian Vito Graziano, presidente del consiglio nazionale dei geologi, lancia l'allarme ricordando la «drammatica situazione della cultura geologica in italia. Nella giornata mondiale della terra ci si interroga sul futuro del nostro pianeta, da cui dipende non solo la nostra vita, ma anche la sua qualità». «Nella fondamentale relazione uomo-terra, appare sempre più necessaria l'azione di coloro i quali, i geologi tra questi, sono in grado di rendere positivo questo rapporto», conclude.

E Legambiente ribadisce che quello del 2014 sarà l'ultimo anniversario dell'Earth Day senza i delitti contro l'ambiente nel codice penale. Sottolineando che ogni anno in Italia sono oltre 30 mila i reati contro l'ambiente, un'attività che frutta a chi delinque oltre 16 miliardi di euro. «Il Senato ha ora l'opportunità di approvare il provvedimento, già approvato alla Camera, per inserire i reati ambientali nel codice penale, e di affrontare quindi con nuove e più efficaci strumenti una piaga che da molti anni sta devastando il nostro Paese», dichiara la direttrice generale di Legambiente, Rossella Muroni.

«L'introduzione dei delitti ambientali nel codice penale, riforma di civiltà che aspettiamo da oltre 20 anni, rappresenta una nuova e più efficace forma di lotta contro le ecomafie, uno strumento decisivo - prosegue Muroni - per aiutare le forze dell'ordine ad assicurare alla giustizia i colpevoli di ecocidio e a impedire nuove situazioni drammatiche come quella della Terra dei fuochi, di Quirra o della Valle del Sacco».



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