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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2014 alle ore 13:15.
L'ultima modifica è del 22 aprile 2014 alle ore 13:40.

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In piena festa pasquale, rimbalza sulla stampa estera la collera di Papa Francesco per il mega-attico di cardinal Bertone. Le Monde parla di un Papa “furioso”, El Pais riferisce che Bergoglio è “rosso d’ira” per “l’attico di lusso” di quasi 700 metri quadri dove andrà ad abitare l’ex segretario di Stato del Vaticano, una volta terminati i lavori di ristrutturazione.

“Saranno vicini”, da una parte e dall’altra dell’ingresso Sud del Vaticano, nota il corrispondente di Le Monde Philippe Ridet, facendo subito notare che, da un lato, Papa Francesco abita in un bilocale di 70 metri quadri nella residenza di Santa Marta, mentre, dall’altro lato, il cardinale Tarcisio Bertone, ex “Primo ministro” di Papa Benedetto XVI, si installerà presto – secondo La Repubblica – in un appartamento dieci volte più grande a Palazzo San Carlo.

La notizia dell’installazione dell’ex uomo di fiducia del predecessore di Francesco, diventato camerlengo, “non è nuova” - racconta Le Monde – ma la novità è la “grande collera” del Pontefice quando ha saputo che la futura dimora di cardinal Bertone, una volta terminati i lavori per unire due appartamenti, sarà di poco inferiore a 700 metri quadri. Anche tenendo conto che vi alloggeranno tre suore al suo servizio, di spazio ce n’è molto. “E ciò non combacia con il messaggio di una Chiesa povera al servizio dei poveri”.

In occasione del Giovedì Santo, Papa Francesco ha denunciato “i preti untuosi, sontuosi e presuntuosi” che invece dovrebbero avere come sorella la povertà. Il cardinal Bertone si sarà sentito preso di mira? si domanda Le Monde.

Il quotidiano francese mette in evidenza che “tutto allontana i due uomini”, sia lo stile che la dottrina; ricorda le posizioni conservatrici del cardinale salesiano su omosessualità e pedofilia e le accuse che gli vennero rivolte (“senza tuttavia che fosse messa in causa la sua onestà”) di errori di gestione e di favoritismo quando scoppiò lo scandalo Vatileaks.

La scelta del suo successore come segretario di Stato nella persona del cardinale Paolo Parolin, nell’agosto 2013, simboleggia “la presa in mano dell’amministrazione del Vaticano” da parte di Francesco, osserva Le Monde, accennando alle “resistenze interne” della curia al cambiamento.

El Pais, nella corrispondenza di Pablo Ordaz, rievoca la “guerra di poteri” che scosse il Vaticano nei mesi precedenti alla rinuncia di Joseph Ratzinger, con i veleni scagliati contro “l’onnipotente” Tarcisio Bertone. L’arrivo provvidenziale di Bergoglio al Vaticano calmò le acque. E il cardinal Bertone era finora rimasto lontano da riflettori.

Il mega-attico di Bertone, quasi completato – precisa El Pais - sarà il risultato dell’unione di due spaziosi appartamenti, quello assegnato a Camillo Cibin, capo della Gendarmeria durante il pontificato di Giovanni Paolo II, e quello di monsignor Bruno Bertagna, deceduto lo scorso ottobre.

Fino a quando Papa Francesco non ha cominciato a lanciare messaggi di austerità, sottolinea il quotidiano spagnolo, alla Santa Sede si vedeva “con assoluta normalità” che i cardinali disponessero di grandi appartamenti, dentro e fuori dalle mura del Vaticano, e avessero “una vita di lusso, con auto ufficiali, segretari e religiose per le mansioni domestiche”. Ora il copione è cambiato, “almeno sulla carta”. E Papa Francesco ha avvertito i preti che non devono essere “untuosi, sontuosi e presuntuosi”. “Forse, col rumore dei lavori, Bertone non ha sentito”, ironizza El Pais.

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