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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2014 alle ore 16:57.
L'ultima modifica è del 22 aprile 2014 alle ore 22:32.
Il premier Matteo Renzi ha firmato a palazzo Chigi la direttiva sulla desecretazione dei documenti sulle stragi . La direttiva firmata alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica Marco Minniti e del direttore del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo, dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna, rapido 904.
La nota di palazzo Chigi segnala che, secondo quanto stabilito nel Cisr dello scorso venerdì, la direttiva consente «il versamento anticipato di carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato che rappresentano un importante contributo alla memoria storica del Paese. I documenti verranno versati secondo un criterio cronologico (dal più antico ai tempi più recenti), superando l'ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge (fatto che vale per tutte le Amministrazioni) prima di poter destinare una unità archivistica all'Archivio Centrale».
«Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo è proprio quello della trasparenza e della apertura», sottolinea Matteo Renzi. «In questa direzione va la decisione di oggi che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune». Con la direttiva trova concreta applicazione la legge 124/2007 «in un aspetto rilevante come quello del riconoscimento degli archivi dell'intelligence come patrimonio a disposizione degli studiosi, del mondo dell'informazione e di tutti i cittadini», osserva il Sottosegretario Minniti.
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