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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2014 alle ore 13:28.

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Università ed enti di ricerca possono tirare un sospiro di sollievo. Nell'ultima versione del decreto sul cuneo fiscale - che è stato approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso ed è ancora in attesa di pubblicazione sull Gazzetta Ufficiale - scompare la riduzione di 30 milioni al Fondo di finanziamento ordinario degli atenei (Ffo). Allo stesso modo non è più presente la doppia stretta sugli enti di ricerca prevista inizialmente.

La norma contestata
Nelle bozze precedenti del provvedimento, all'articolo 50 che contiene le disposizioni finanziarie, erano contenuti 2 commi che avevano fatto sussultare il mondo accademico e della ricerca. Il primo prevedeva la riduzione dei trasferimenti dello Stato per gli enti di ricerca contenuti in una tabella allegata che non era però disponibile; il secondo imponeva agli enti di ricerca vigilati dal Miur, eccetto l'Invalsi, una riduzione del Fondo ordinario con cui assicurare il contenimento della spesa per consumi intermedi. Sempre per la stessa finalità quest'ultima norma decurtava il Fondo di finanziamento ordinario delle università (il cosiddetto Ffo) di 30 milioni nel 2014 e 45 milioni nel 2015. Una disposizione che aveva fatto balzare dalla sedia i rettori anche perché in netto contrasto con la promessa fatta dal ministro Stefania Giannini all'atto del suo insediamento. E cioè che non ci sarebbero più stati tagli per l'istruzione.

Il sospiro di sollievo
Nella versione definitiva del dl che sta per essere inviata al Colle per la firma del capo dello Stato quella doppia stretta in realtà non c'è più. Dall'articolo 50 sulle coperture del decreto è sparito sia il comma con i sacrifici imposti agli enti di ricerca sia la sforbiciata al Ffo. L'unico sacrificio che il Miur è chiamato a sopportare, come tutti gli altri ministeri, riguarda invece la spesa per beni e servizi. Dei 200 milioni di decurtazioni imposte alle amministrazioni centrali dello Stato, da viale Trastevere ne dovranno arrivare 6,3 per il 2014 e 9,4 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016. A esclusione, specifica il testo, delle spese per il funzionamento delle istituzioni scolastiche.

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